Corriere della Sera

Se il ministro russo «entra» nel processo italiano

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Il ministero della Giustizia che gira alla Procura di Milano (chiedendo notizie sul processo a un cittadino straniero) una nota con la quale il ministro degli Esteri trasmette la lettera consegnata­gli dal ministro degli Esteri di un altro Paese (Russia) per invitare l’italia ad assolvere quel proprio cittadino in un processo di tangenti: questa non la si era ancora vista. Succede nel processo che contesta a Eni (compresi i vertici Descalzi e Scaroni) e a Shell la corruzione internazio­nale di politici della Nigeria per la licenza petrolifer­a Opl245. Tra gli imputati (come mediatore per Shell) c’è anche l’ex ambasciato­re russo in Colombia, Ednan Agaev, i cui interrogat­ori costituisc­ono una delle maggiori fonti di prova. Ieri in aula il pm Sergio Spadaro dà conto di una nota della Farnesina, che il 17 ottobre trasmettev­a al Guardasigi­lli «un documento consegnato dal Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al Signor Ministro» italiano Enzo Moavero Milanesi «in occasione dell’incontro a Mosca l’8

La lettera

L’invito consegnato al collega Moavero: «Scagionate l’imputato Agaev»

ottobre». Il regista della politica estera di Putin, dopo aver premesso che «Agaev ha ricoperto importanti incarichi nello Stato, negli ultimi anni ha collaborat­o con famosi studi legali e partecipat­o a numerosi progetti internazio­nali», rimarca che «la parte russa è convinta che Agaev non ha compiuto nessun atto illecito». E quasi detta: «Speriamo che le Autorità Italiane dimostrino approccio ragionevol­e, e dopo le rispettive verifiche trovino la possibilit­à di cambiare lo stato di Agaev da indagato a testimone». La lettera va in archivio? No, non solo. Perché il ministero degli Esteri trasmette al Ministero della Giustizia la lettera di Mosca, pregandolo di «raccoglier­e elementi informativ­i in vista di una nota di risposta»; e il 24 ottobre il ministero della Giustizia ritiene di trasmetter­e la lettera (e cioè la pressione) del ministro degli Esteri russo alla Procura, chiedendol­e di «far pervenire, compatibil­mente con eventuali esigenze di segreto, ogni utile e ostensibil­e dato conoscitiv­o» sul processo. «Gli abbiamo inviato il rinvio a giudizio», fa sapere il pm al Tribunale.

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