Se il ministro russo «entra» nel processo italiano
Il ministero della Giustizia che gira alla Procura di Milano (chiedendo notizie sul processo a un cittadino straniero) una nota con la quale il ministro degli Esteri trasmette la lettera consegnatagli dal ministro degli Esteri di un altro Paese (Russia) per invitare l’italia ad assolvere quel proprio cittadino in un processo di tangenti: questa non la si era ancora vista. Succede nel processo che contesta a Eni (compresi i vertici Descalzi e Scaroni) e a Shell la corruzione internazionale di politici della Nigeria per la licenza petrolifera Opl245. Tra gli imputati (come mediatore per Shell) c’è anche l’ex ambasciatore russo in Colombia, Ednan Agaev, i cui interrogatori costituiscono una delle maggiori fonti di prova. Ieri in aula il pm Sergio Spadaro dà conto di una nota della Farnesina, che il 17 ottobre trasmetteva al Guardasigilli «un documento consegnato dal Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al Signor Ministro» italiano Enzo Moavero Milanesi «in occasione dell’incontro a Mosca l’8
La lettera
L’invito consegnato al collega Moavero: «Scagionate l’imputato Agaev»
ottobre». Il regista della politica estera di Putin, dopo aver premesso che «Agaev ha ricoperto importanti incarichi nello Stato, negli ultimi anni ha collaborato con famosi studi legali e partecipato a numerosi progetti internazionali», rimarca che «la parte russa è convinta che Agaev non ha compiuto nessun atto illecito». E quasi detta: «Speriamo che le Autorità Italiane dimostrino approccio ragionevole, e dopo le rispettive verifiche trovino la possibilità di cambiare lo stato di Agaev da indagato a testimone». La lettera va in archivio? No, non solo. Perché il ministero degli Esteri trasmette al Ministero della Giustizia la lettera di Mosca, pregandolo di «raccogliere elementi informativi in vista di una nota di risposta»; e il 24 ottobre il ministero della Giustizia ritiene di trasmettere la lettera (e cioè la pressione) del ministro degli Esteri russo alla Procura, chiedendole di «far pervenire, compatibilmente con eventuali esigenze di segreto, ogni utile e ostensibile dato conoscitivo» sul processo. «Gli abbiamo inviato il rinvio a giudizio», fa sapere il pm al Tribunale.