Corriere della Sera

SE FACCIAMO MENO FIGLI NON È COLPA DELLE DONNE

- Gianni Toffali

Caro Aldo, l’istat ha rilevato che in Italia nascono sempre meno bambini e le previsioni per il 2018 non lasciano ben sperare. Gli esperti e l’opinione pubblica imputano il calo al basso reddito famigliare. Bugia! Il potere d’acquisto, negli anni 70, non era superiore a quello di oggi, eppure, le famiglie erano prolifiche. Le donne facevano le casalinghe, e ci si accontenta­va di un singolo stipendio (del marito), di un’utilitaria, di una casa modesta, di una vacanza annuale e di pochi giochi per i figli. Oggi le donne sono in carriera e le famiglie hanno auto di lusso per singolo componente, doppie o triple vacanze annuali. Con le donne impegnate fuori casa, stupirsi del calo demografic­o, è ridicolo. Caro Gianni,

S ono d’accordo con lei quando indica nel calo demografic­o una delle grandi questioni del nostro tempo, non quando se la prende con le donne. Fino a non molti anni fa, la maternità era un dovere: le nostre nonne venivano al mondo per fare figli, o almeno questa era la mentalità corrente. Poi la maternità è stata considerat­a un ostacolo, e in parte lo è ancora: se mamma e papà lavorano nella stessa azienda e il figlio non sta bene, di solito è lei a tornare a casa. Ma ora si comincia a capire che la maternità è un punto di forza. Una donna che diventa madre è più forte perché più consapevol­e di se stessa e dell’enorme potere che ha, e che l’uomo non avrà mai: dare la vita. Non a caso le aziende che puntano sulle donne, dalle assunzioni al consiglio di amministra­zione, vanno meglio. E siccome si è capito che la maternità non è un dovere, appare ormai evidente che si possono lasciare grandi tracce di sé anche senza diventare madri. Purché sia una libera scelta, e non una costrizion­e.

Oggi diventare madre può essere difficile se non impossibil­e per molte giovani donne. Lei, caro Gianni, ricorda che un tempo eravamo più poveri ma facevamo più figli, forse anche perché avevamo più attitudine al sacrificio, più disponibil­ità alla rinuncia. Ma è un paragone complicato. Non sono cambiati soltanto i tempi; siamo cambiati noi. Oggi la prima preoccupaz­ione di qualsiasi governo dovrebbe essere mettere le giovani coppie in condizione di scegliere liberament­e se mettere o no al mondo dei figli. Anche con una politica fiscale più attenta alle famiglie.

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