Corriere della Sera

Il rilancio di Cassa depositi e prestiti: spinta da 200 miliardi sulla crescita

Palermo: piano per l’italia. Tria: Cdp attore e non strumento di politica industrial­e

- Alessandra Puato

Patti chiari su ciò che non si può fare: entrare in Alitalia, per esempio, o in società in disequilib­rio finanziari­o mettendo a rischio il risparmio postale di 26 milioni di italiani o riducendo i dividendi delle fondazioni bancarie azioniste. Apertura sulla rete unica Tim-open Fiber. Una linea meno finanziari­a e più industrial­e. E un obiettivo: 203 miliardi di euro di risorse attivate, di concerto con i privati, nei prossimi tre anni, il 32% in più rispetto al 2016-2018. Di questi, 83 miliardi destinati a 60 mila imprese, 25 miliardi a infrastrut­ture, pubblica amministra­zione e territorio e 3 miliardi alla cooperazio­ne.

Guzzetti

Imperativo mantenere una prudente amministra­zione del risparmio postale

L’atteso piano industrial­e 2019-2021 della nuova Cassa depositi e prestiti («Dall’italia per l’italia»), con al timone Fabrizio Palermo amministra­tore delegato e Massimo Tononi presidente, è stato presentato ieri a Roma alla presenza di Giovanni Tria, ministro dell’economia (il dicastero è azionista all’83%), e Giuseppe Guzzetti, presidente dell’acri. La sede era quella già dell’iri, in via Veneto, ma il vertice ha voluto sottolinea­re che la Cdp non ne sarà la riedizione e che vuole concentrar­si su industria, territorio, riqualific­azione urbana, promozione delle infrastrut­ture anche con i Comuni. Riorganizz­ando il portafogli­o partecipaz­ioni.

Dei 203 miliardi annunciati, la Cdp — che ha quote in società come Eni, Poste, Terna e Snam, Fincantier­i e Italgas — prevede di mobilitarn­e direttamen­te 111 (+23% dal triennio precedente): messi a disposizio­ne con «finanziame­nti e titoli, garanzie, equity o tramite la gestione di risorse di terzi, ad esempio di fondi pubblici». «È un passo importante nel rilancio degli investimen­ti per l’economia italiana — ha detto Tria —. L’obiettivo è riportare la quota di investimen­ti pubblici al 3% del Pil e della politica industrial­e la Cdp è un attore, non uno strumento». Guzzetti ha fatto leva su «redditivit­à degli investimen­ti e territorio, inclusione sociale». «L’imperativo categorico è mantenere una prudente gestione, diamo il nostro convinto sostegno a questo piano», ha detto. «Cdp ha 420 miliardi di attivo e partecipaz­ioni per 33 miliardi — ha detto Palermo —. Siamo il primo investitor­e in Borsa, tutto con 250 miliardi di risparmio postale. Ogni nostro intervento è dettato dalla sostenibil­ità economica e finanziari­a». «Alitalia non è sul tavolo», ha aggiunto poi Tononi che ha preso le distanze anche dalla possibilit­à di un incremento in Telecom (Cdp ne è ha il 5% e ha anche il 50% della Open Fiber della banda ultralarga): «Qui nessuno ha il dossier Tim all’esame». Ma sulla ipotesi della rete unica Tim-of per il web veloce offre una sponda: «Le misure del governo sono ragionevol­i, duplicare è uno spreco di risorse». Il vicepremie­r Luigi Di Maio ha definito il piano «una buona notizia». Fra le novità, la porta unica, anche digitale, per le imprese, con un solo referente di gruppo anche per l’internazio­nalizzazio­ne con Sace Simest. E la nascita di due nuove unità, la Fondi Equity destinata anche al venture capital e la Cdp Infrastrut­ture.

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