Il rilancio di Cassa depositi e prestiti: spinta da 200 miliardi sulla crescita
Palermo: piano per l’italia. Tria: Cdp attore e non strumento di politica industriale
Patti chiari su ciò che non si può fare: entrare in Alitalia, per esempio, o in società in disequilibrio finanziario mettendo a rischio il risparmio postale di 26 milioni di italiani o riducendo i dividendi delle fondazioni bancarie azioniste. Apertura sulla rete unica Tim-open Fiber. Una linea meno finanziaria e più industriale. E un obiettivo: 203 miliardi di euro di risorse attivate, di concerto con i privati, nei prossimi tre anni, il 32% in più rispetto al 2016-2018. Di questi, 83 miliardi destinati a 60 mila imprese, 25 miliardi a infrastrutture, pubblica amministrazione e territorio e 3 miliardi alla cooperazione.
Guzzetti
Imperativo mantenere una prudente amministrazione del risparmio postale
L’atteso piano industriale 2019-2021 della nuova Cassa depositi e prestiti («Dall’italia per l’italia»), con al timone Fabrizio Palermo amministratore delegato e Massimo Tononi presidente, è stato presentato ieri a Roma alla presenza di Giovanni Tria, ministro dell’economia (il dicastero è azionista all’83%), e Giuseppe Guzzetti, presidente dell’acri. La sede era quella già dell’iri, in via Veneto, ma il vertice ha voluto sottolineare che la Cdp non ne sarà la riedizione e che vuole concentrarsi su industria, territorio, riqualificazione urbana, promozione delle infrastrutture anche con i Comuni. Riorganizzando il portafoglio partecipazioni.
Dei 203 miliardi annunciati, la Cdp — che ha quote in società come Eni, Poste, Terna e Snam, Fincantieri e Italgas — prevede di mobilitarne direttamente 111 (+23% dal triennio precedente): messi a disposizione con «finanziamenti e titoli, garanzie, equity o tramite la gestione di risorse di terzi, ad esempio di fondi pubblici». «È un passo importante nel rilancio degli investimenti per l’economia italiana — ha detto Tria —. L’obiettivo è riportare la quota di investimenti pubblici al 3% del Pil e della politica industriale la Cdp è un attore, non uno strumento». Guzzetti ha fatto leva su «redditività degli investimenti e territorio, inclusione sociale». «L’imperativo categorico è mantenere una prudente gestione, diamo il nostro convinto sostegno a questo piano», ha detto. «Cdp ha 420 miliardi di attivo e partecipazioni per 33 miliardi — ha detto Palermo —. Siamo il primo investitore in Borsa, tutto con 250 miliardi di risparmio postale. Ogni nostro intervento è dettato dalla sostenibilità economica e finanziaria». «Alitalia non è sul tavolo», ha aggiunto poi Tononi che ha preso le distanze anche dalla possibilità di un incremento in Telecom (Cdp ne è ha il 5% e ha anche il 50% della Open Fiber della banda ultralarga): «Qui nessuno ha il dossier Tim all’esame». Ma sulla ipotesi della rete unica Tim-of per il web veloce offre una sponda: «Le misure del governo sono ragionevoli, duplicare è uno spreco di risorse». Il vicepremier Luigi Di Maio ha definito il piano «una buona notizia». Fra le novità, la porta unica, anche digitale, per le imprese, con un solo referente di gruppo anche per l’internazionalizzazione con Sace Simest. E la nascita di due nuove unità, la Fondi Equity destinata anche al venture capital e la Cdp Infrastrutture.