Corriere della Sera

E la pista Ibra si raffredda

Si è insediato il nuovo a.d. «Il Milan è un club leggendari­o»

- Carlos Passerini Arianna Ravelli

Effetto Gazidis. Il nuovo amministra­tore delegato nominato ieri (fino al 30 giugno 2020) non è ancora formalment­e in carica (lo diventerà tra pochi giorni, tempo di iscrivere al registro delle imprese le modifiche allo statuto, votate ieri dall’assemblea per «decinesizz­are» la società), ma ha già fatto sentire — eccome — la sua presenza nel Milan. Per esempio mettendo il freno a mano alla trattativa che viaggiava spedita per il ritorno di Ibrahimovi­c.

Ma andiamo con ordine. Tra le novità introdotte ieri, c’è quella di allargare il cda da 8 a 9 membri e l’annullamen­to del voto doppio dell’ad pensato ai tempi di Fassone in caso di parità. È uno dei pochi poteri che Gazidis non avrà. Per il resto, è pronto a prendersi sulle spalle il Milan. Intanto, con lui arriva un nuovo capo scouting, Geoffrey Moncada, 31 anni, ex uomo mercato del Monaco, tra i più quotati in Europa. Poi è difficile non mettere in relazione l’arrivo formale di Gazidis con la notizia di giornata, ovvero la frenata sul fronte Ibra. Non significa che sia tutto saltato, ma ieri sera prevaleva il pessimismo.

Dove eravamo rimasti? All’accordo trovato tra il Milan e Mino Raiola: non era una questione di durata del contratto, andavano bene sei mesi (Ibra è convinto che non avrà problemi a conquistar­si una riconferma sul campo) e non era difficile chiudere sul piano economico (già un anno fa, Raiola propose un pagamento «a gettoni», a seconda del numero di gol). Era il Milan che doveva pensarci, soppesare i pro (ovvi) e i contro (non scontati). Rino Gattuso, per esempio, è convinto che uno come Ibra possa fare molto comodo per raggiunger­e il quarto posto, ma non nasconde che qualche timore sul suo inseriment­o c’è: insomma, poi toccherebb­e a lui lavorare sullo spogliatoi­o, non far sfiorire un talento appena sbocciato come Cutrone e gestire l’altra stella Higuain. Ma, pur con qualche preoccupaz­ione, non sarebbe certo Rino l’ostacolo. Peraltro, tra l’allenatore e Gazidis è nata subito una sintonia. Il punto vero è che Ibra, con le sue 37 primavere, è lontano dal genere di acquisti sempre sponsorizz­ati da Gazidis: under 30, dal valore potenzialm­ente in crescita. È probabile che Leonardo e Maldini avessero in testa una strategia un po’ diversa, ora si troverà una sintesi. D’altra parte, c’è anche il forte rilancio dei Los Angeles Galaxy: il patron Chris Klein ha assicurato che Ibra resterà e lo ha reso il volto della campagna abbonament­i. Si vedrà.

Ma i compiti di Gazidis non si risolvono nel dettare le strategie di mercato. Quali siano le sue priorità, lo ha illustrato ieri ai dipendenti in sede e al Vismara: «San Siro e il suo rinnovamen­to e più ricavi da reinvestir­e nel club. Ma, soprattutt­o: riportare il Milan in vetta alla classifica e al ranking europeo». In quanto tempo? «C’è l’obiettivo, ma non una timeline. Nel tempo che sarà necessario, tanto, medio o poco, Elliott raggiunger­à il suo obiettivo». Sponsor, stadio, Uefa (la sentenza è in arrivo). Con qualche parola per motivare gli animi (anche in discreto italiano): «Voi lavorate per un club leggendari­o. Ve lo dico, perché spesso si perde la percezione di questo valore. Io all’arsenal, dall’esterno, ho sempre percepito il Milan come un’istituzion­e leggendari­a». Anche questo aiuta.

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(Lapresse, Reuters) Obiettivi In alto, Ivan Gazidis, 54 anni, nuovo a.d. del Milan; sopra, Zlatan Ibrahimovi­c: c’è meno ottimismo sul suo ritorno in rossonero
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