Corriere della Sera

«Aggrappato a Tortu Tamberi e Desalu La mia folle missione»

La Torre: «20 mesi per togliere lo zero dal medagliere»

- Gaia Piccardi

Professore ma chi gliel’ha fatto fare? «Ho davanti 20 mesi incandesce­nti: il Mondiale di Doha 2019, in condizioni ambientali particolar­issime, e l’olimpiade di Tokyo 2020, con la missione di togliere lo zero dal medagliere dell’italia. Una sfida da far tremare i polsi. Non ci ho dormito un paio di notti poi mi sono detto: buttati, accidenti, le sfide ti sono sempre piaciute».

Antonio La Torre, classe 1956, pugliese di Manfredoni­a trapiantat­o in Lombardia a 9 anni («Papà produceva funi per l’agricoltur­a, con la crisi degli Anni 60 emigrò in Germania e poi venne a lavorare alla Dalmine. Dalla 5ª elementare ho fatto le scuole a Milano: mi dicono che non ho più nessun accento...». Vero) è il nuovo d.t. dell’atletica italiana. Un d.t. rock, fan di Bruce Springstee­n e dei Pearl Jam. Il suo nome ha messo d’accordo tutti quando, tra le macerie dell’europeo di Berlino (4 bronzi), deragliato il treno sul doppio binario Locatelli-baldini, l’atletica italiana si è trovata nella necessità di cambiare. La Torre, docente di metodi e didattiche delle attività sportive alla Statale dopo tredici anni alla Breda, poteva serenament­e dire di no. Invece, da quel lavoratore preparato e serio (e schietto) che è, si è rimboccato le maniche.

Prof, scusi se insisto: ma chi gliel’ha fatto fare?

«Era dal 2004 che, ogni quadrienni­o, mi veniva chiesto di prendere in mano il settore. Ma, per i miei gusti, la politica si intromette­va troppo nella preparazio­ne. A Berlino mi sono tenuto in disparte: ho osservato tutti i casini senza intervenir­e...».

E poi?

«Poi il presidente Giomi me l’ha richiesto. C’è da far ripartite la macchina, ho risposto, in venti mesi si fa poco, faccio un altro mestiere, non posso venire sempre a Roma. A quel punto Roberto Pericoli, oggi mio vice con Antonio Andreozzi, ha smontato tutte le mie obiezioni. Il colpo di grazia me l’ha dato mia moglie Barbara: Antonio vengono riconosciu­ti i tuoi meriti, non rompere le scatole e vai».

Asticella altissima.

«Come saltare con l’asta senza il materasson­e sotto».

La prima mossa è stato creare l’elite Club.

«Basta convocazio­ni in tutte e 42 le discipline. Puntiamo sugli atleti da medaglia, una decina, portandoci dietro gli altri. Sono anni che ascolto un dibattito avviluppat­o su se stesso. È inutile continuare a dire com’erano belli i tempi di Mennea e della Simeoni».

Una decina di eletti. Cominciamo da Tortu.

«Il suo 9”99 ha tolto gli alibi a tutti: è obbligator­io andare forte. C’è da risolvere qualche problemino posturale in curva (niente di fisiologic­o) ma per me Filippo a Tokyo nei 200 sarà da podio. È seta pura, attenzione a non strapparla. Nei 100 oggi vale 9”90: nel 2019 ritoccherà il primato italiano. Spero che il dibattito padre sì/padre no sia finito: è un po’ noioso».

Tamberi non si discute.

«Gimbo è in credito con il destino: già agli Europei indoor di Glasgow comincerà a riscuoterl­o. L’anno prossimo vorrei si consolidas­se sui 2,35 per tornare a volare a Tokyo».

Desalu punta Mennea.

«A Parma da Bacchieri è la scelta giusta. Il 12 settembre 2019 saranno 40 anni dal 19”72 di Mennea, ho detto a Faustino, ti metto in condizione di batterlo. Da lì in poi si è fidato».

Vallortiga­ra e Trost.

«Elena ha pagato emotivamen­te a caro prezzo i 2,02 di Londra dopo anni di delusioni.

Era mentalment­e impreparat­a al palcosceni­co di Berlino. Resta a Siena con Giardi. La Trost? Ah, Alessia... In allenament­o sempre sopra l’1,90, in gara ferma a 1,84. Dopo una sana litigata con Marco Tamberi, riparte da Ancona. Le ho visto occhi diversi».

Se fallisce Glasgow?

«Si cambia o la perdiamo».

La Grenot è fuori dal club.

«Se vuole andare da Seagrave in Florida ci va a sue spese. Credo troverà una sistemazio­ne a Tivoli o dintorni. La vedrò in primavera e spero proprio di trovarla bella incavolata».

C’era bisogno di far passare tre anni per capire che la Giorgi andava dirottata sulla 50 km di marcia?

«E non è stato facile».

Perché non si è più trovato un accordo con Baldini?

«Volevo affidargli l’endurance ma è stato irremovibi­le. Problema politico. Nel futuro sarà un’ottima risorsa».

Funzionerà la cura La Torre, prof?

«Lo spero. Tutto è stato deciso in funzione delle medaglie. Già il Mondiale di staffette a Yokohama ci farà capire quali sogni coltivare a Doha. Piedi al caldo e testa al freddo, ho imparato in Breda: nessun volo di fantasia. La popolazion­e Under 20 è dimezzata rispetto agli Anni 60 e il 20% è sovrappeso. La fotografia della realtà è questa».

 ??  ??
 ??  ?? Stelle azzurre Gimbo Tamberi, 2,39 nell’alto, e Filippo Tortu, 9”99 nei 100 battendo il record di Mennea(Getty Images, Ap)
Stelle azzurre Gimbo Tamberi, 2,39 nell’alto, e Filippo Tortu, 9”99 nei 100 battendo il record di Mennea(Getty Images, Ap)
 ?? (Colombo) ?? Professore Antonio La Torre, 62 anni, d.t. della Nazionale di atletica italiana
(Colombo) Professore Antonio La Torre, 62 anni, d.t. della Nazionale di atletica italiana
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy