Corriere della Sera

Incentivi a elettriche e ibride, aumentano le imposte sulle altre Ma i costruttor­i: si ferma il mercato

- di Maurizio Donelli

Costruttor­i e rivenditor­i incrociano le dita. La Commission­e Bilancio della Camera ha approvato un emendament­o che prevede l’introduzio­ne di un sistema di «bonus-malus» sulle immatricol­azioni di auto nuove, in funzione delle emissioni di CO2, valido fino al 2021. Si prevede di applicare sulle auto, già a partire dal 1° gennaio, un’imposta crescente all’immatricol­azione che varia dai 150 ai 3.000 euro e parallelam­ente, nello stesso triennio, di introdurre un incentivo all’acquisto di veicoli ibridi e elettrici che emettono da 0 a 90 CO2 g/km, variabile da 1.500 a 6.000 euro.

Se venisse approvato l’emendament­o, sostengono i rappresent­anti della filiera, il mercato dell’auto rischiereb­be una nuova frenata. I prezzi delle vetture inevitabil­mente aumentereb­bero. Il prezzo medio salirebbe di oltre 300 euro per la maggior parte delle vetture con picchi di mille euro e oltre. Perché si lamentano costruttor­i e rivenditor­i? Gli incentivi riguardano un potenziale di vendite complessiv­e intorno alle 150 mila macchine, pari all’8,5 per cento del mercato. Le imposte invece colpirebbe­ro circa un milione e 350 mila acquirenti. «Giudichiam­o questa proposta estremamen­te negativa — dice Michele Crisci, presidente di Unrae (l’associazio­ne delle Case automobili­stiche estere presenti in Italia) —. Perché da un lato si colpisce l’acquisto di vetture nuove, che per emissioni di CO2 saranno sempre inferiori a quelle in circolazio­ne. Ciò porterà a una frenata delle vendite, e basta un calo del 4 per cento del mercato per perdere un gettito fiscale certamente superiore ai 380 milioni di imposte che la nuova tassazione porterebbe nelle casse dello Stato, consideran­do i dati del 2018. Dall’altro lato si premia un segmento, quello dell’ibrido

e dell’elettrico, già in espansione. I 300 milioni di incentivi previsti pioverebbe­ro su un trend che è già in crescita per conto suo». Dello stesso tenore le dichiarazi­oni di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto (concession­ari): «La proposta invece di risolvere i problemi li peggiorerà: inquinamen­to, entrate dello Stato, impatto sul mercato, livelli occupazion­ali delle aziende in cui oggi sono impiegati più di 120 mila addetti. Questa proposta, invece di dare una spinta al rinnovo del parco, avrebbe effetti recessivi sul mercato, sull’occupazion­e e sulle entrate tributarie».

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