Ecotassa sulle auto, nuova lite Lega-5 Stelle Salvini: «Il contratto può essere rivisto»
Di Maio: lunedì o martedì incontro costruttori, sindacati e consumatori Salvini: così non passerà, magari il contratto di governo va ritarato nel 2020
L’emendamento che incentiva chi acquista auto elettriche o ibride mentre prevede un’ecotassa per le vetture a gasolio o a benzina, divide la maggioranza. Il premier Conte ha già fatto capire che ci sarà «un supplemento di riflessione». Salvini in mattinata era stato categorico: «Mettere nuove tasse è l’ultima delle cose da fare, con me non passerà mai». L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, ha cercato di non alimentare le polemiche: «Miglioreremo la norma».
ROMA Si va verso una modifica della contestata ecotassa. L’emendamento approvato alla Camera, che introduce incentivi fino a 6mila euro sull’acquisto di auto elettriche o ibride e un prelievo fino a 3mila euro su quelle che emettono più CO2, cambierà durante l’esame del disegno di legge di Bilancio al Senato. Lo ha fatto capire il premier, Giuseppe Conte, ieri sera dopo il vertice a Palazzo Chigi sulla manovra: «Abbiamo deciso di effettuare un supplemento di riflessione. C’è ancora tempo per il passaggio al Senato e per gli emendamenti». Sulla stessa linea il vicepremier Luigi Di Maio: «Non vogliamo mettere tasse alle auto ma dare un bonus a chi acquista auto che non inquinano. Lunedì o martedì incontrerò costruttori di automobili, sindacati e consumatori per migliorare la norma».
Il capo dei 5 Stelle ha così cercato di placare le polemiche, in particolare con la Lega, divampate fin da ieri mattina, quando l’altro vicepremier, Matteo Salvini, aveva bocciato l’emendamento grillino: «Ecotassa sulla Panda? Smentisco. Mettere nuove tasse è l’ultima delle cose da fare. Con me non passerà mai». Affermazioni alle quali aveva replicato la sottosegretaria all’economia Laura Castelli (M5s) dicendo che la norma «è prevista dal contratto di governo». Ma lo stesso Salvini aveva osservato che il contratto si può rivedere: «Magari quello che abbiamo stabilito a maggio 2018, a settembre del 2020 va ritarato».
Le opposizioni, ovviamente, partono all’attacco. «Questa tassa — dice Renato Brunetta (Forza Italia) — è in controtempo rispetto al fatto che il nostro Paese è in recessione. Al governo sono dei masochisti» mentre il vice capogruppo di FI alla Camera, Simone Baldelli, non ha esitato a sventolare un gilet giallo sotto Montecitorio, chiaro riferimento alle proteste di piazza in Francia. Con l’ecotassa, sottolinea Ettore Rosato (Pd) «non si colpisce chi inquina, ma chi non può permettersi una super auto di nuova generazione». Contrari anche Fratelli d’italia e Liberi e uguali.
Secondo uno studio di Mediobanca, il sistema di incentivi e penalizzazioni sull’acquisto di auto contenuto nell’emendamento dei 5 Stelle avrebbe un impatto «sulla maggior parte dei modelli Fca venduti in Italia, con un aumento dei prezzi che può variare in media tra il 2% e il 6%». Se l’ecotassa appena approvata alla Camera fosse stata applicata già a novembre, avrebbe riguardato, secondo l’unione petrolifera, l’85% delle auto vendute in Italia con un inevitabile aumento dei prezzi in un mercato già in caduta libera. Invece, per Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia, la Federazione delle imprese del settore infrastrutture di energia, acqua e ambiente, sono «positive tutte le misure anti-inquinamento, ma se si pensa ai veicoli elettrici bisogna anche pensare alle infrastrutture», cioè le colonnine di ricarica oggi assolutamente insufficienti. Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, bisogna «correggere la norma e trovare un punto di equilibrio».