Corriere della Sera

Se parte l’infrazione l’italia avrà sei mesi

- Di Federico Fubini (Imagoecono­mica)

Sarà un segno dei tempi del populismo, ma alcuni degli investitor­i più sofisticat­i hanno smesso di valutare l’italia sulla base dei calcoli razionali. Capire gli interessi economici degli attori in gioco non basta Ora chi mette a rischio decine di milioni per volta sul Paese, cerca anche di immaginare gli stati emotivi dei suoi due leader: gli operatori vogliono sapere come ragionano Luigi Di Maio e Matteo Salvini, cosa temono i due vicepremie­r, cosa li manda fuori di sé.

Su questa base, per ora non appare molto probabile che venga evitato l’avvio della procedura europea contro l’italia sul deficit e sul debito. La distanza minima che la Commission­e Ue chiede al governo di percorrere per trovare un compromess­o sarebbe una riduzione dei programmi di spesa - certa, nitida, permanente - di otto miliardi. Molti ministri nell’area euro e vari commissari Ue in realtà vorrebbero dieci e oltre. Nel migliore dei casi si tratterebb­e almeno di dimezzare l’impatto delle promesse da parte di Salvini e soprattutt­o di Di Maio: i pensioname­nti (in teoria) a 62 anni e 38 di contributi e il «reddito di cittadinan­za».

Il presidente della Commission­e Ue Jean-claude Juncker tiene a un accordo, ma non può accettare da Roma concession­i talmente piccole e incerte da risultare umilianti per lui. Ancora meno in queste settimane, mentre l’area euro sta discutendo la propria riforma istituzion­ale. Se proprio ora la Commission­e Ue perdesse la faccia di fronte a un’italia dichiarata­mente euroscetti­ca, sarebbero più forti le voci di chi a Berlino o all’aia vuole spostare la vigilanza di bilancio verso il fondo salvataggi (Esm). Quest’ultimo è controllat­o dai governi e sulla carta più inflessibi­le.

Esiste dunque un limite a quanto Juncker possa tendere la mano a Salvini e Di Maio. Ma questi ultimi senz’altro vedono a loro volta come un’umiliazion­e cedere in pieno a Bruxelles proprio ora che in Francia sono forti i «gilets jaunes», un movimento vicino alle loro sensibilit­à. Per gestire l’emergenza il presidente Emmanuel Macron potrebbe portare il deficit di Parigi al limite del 3% del prodotto lordo. Salvini e Di Maio non sono pronti a piegarsi a Bruxelles pur di evitare una reprimenda, propiù.

prio mentre il loro nemico politico in Europa fa salire il disavanzo più di loro (e magari evita la procedura).

L’accordo fra Bruxelles e Roma dunque magari ci sarà - le distanze non sono enormi ma per ora mancano alcuni ingredient­i necessari. Se poi partisse la procedura, avrebbe almeno un elemento di elasticità: la Commission­e darebbe all’italia sei mesi a partire da gennaio (o febbraio), prima di mandare una missione d’ispezione a Roma per vedere se il governo ha seguito le raccomanda­zioni. Non è lo smantellam­ento di buona parte delle misure su pensioni e reddito, che il ministro dell’economia Giovanni Tria vorrebbe come segnale di impegno dell’italia a un futuro nell’euro. Ma sempre meglio di nulla.

 ??  ?? I leghisti Giancarlo Giorgetti, 51 anni, sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, discute di manovra con Massimo Garavaglia, 50 anni, sottosegre­tario all’economia, scrivendo cifre (nello zoom si legge un 2,4) su un foglio ieri alla Camera
I leghisti Giancarlo Giorgetti, 51 anni, sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, discute di manovra con Massimo Garavaglia, 50 anni, sottosegre­tario all’economia, scrivendo cifre (nello zoom si legge un 2,4) su un foglio ieri alla Camera

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