Corriere della Sera

Società e lavoro, i fiduciosi si fermano al 33%

Il Censis: ascensore sociale in tilt, avanza il sovranismo psichico

- Alessandra Arachi

ROMA Forse basterebbe un dato del Rapporto Censis, per capire: il salario annuo in busta paga in diciassett­e anni — dal 2000 al 20017 — è aumentato di 400 euro in Italia. In Francia nello stesso periodo di tempo di oltre 6 mila euro. In Germania di quasi 5 mila. Non sarà quindi difficile capire perché il Centro studi sociologic­i per il suo cinquantad­uesimo rapporto ha scelto la parola «cattiveria» per rappresent­are il sentimento degli italiani. Nel 2017 era: rancore. Quest’anno il rancore è sfociato in una cattiveria che si manifesta nel nostro quotidiano.

Subordinaz­ione mentale

Il Censis ci ha pensato su e ha deciso: il risultato della cattiveria che gli italiani provano è un sovranismo psichico, una subordinaz­ione mentale alla ricerca di un sovrano a cui chiedere stabilità. Non dovremmo stupirci: l’economia non decolla, il patto sociale si è rotto, l’ascensore sociale non funziona più. Ed è il 56,3% degli italiani a pensare che le cose nel nostro Paese non sono affatto cambiate. Il sovranismo psichico diventa un’ancora di salvezza. Almeno mentale.

È sempre il paragone con i nostri vicini in Europa che umilia il nostro Paese: il Censis ci segnala infatti che in Italia è soltanto il 23% dei cittadini che affermano di aver raggiunto una condizione socioecono­mica migliore dei propri genitori. In Germania il 33%. In Danimarca il 43. Non solo: la speranza di far funzionare l’ascensore sociale sembra tramontata del tutto. Perlomeno a guardare quel 96% delle persone con un basso titolo di studio e quel 89% con basso reddito che sono convinte che resteranno nella condizione attuale e non pensano di poter diventare benestanti nella loro vita.

Gli italiani non credono più all’esistenza dei miti, almeno uno su quattro non crede proprio ai divi, agli eroi, ai santi (il 24,6%). Uno su due, poi, non crede proprio che servano modelli: il 49,5% degli italiani — per la precisione — è convinto che chiunque possa diventare famoso, basta Internet, niente altro. Il dato sale al 53,3% quando si parla di giovani con meno di 34 anni. Come dice il Censis parafrasan­do

Busta paga il salario annuo in 17 anni è aumentato di 400 euro in Italia. In Francia di oltre 6 mila

lo slogan dei Cinque Stelle: uno vale un divo.

Gli immigrati

È soprattutt­o sugli stranieri che si sfoga la cattiveria degli italiani delusi dal proprio Paese. Per capire: il 63% degli italiani vede in modo negativo l’immigrazio­ne da Paesi non comunitari. La media dell’unione europea si ferma a 52% Ma c’è di più: secondo i dati del Rapporto Censis tre italiani su quattro — il 75% — sono convinti che l’immigrazio­ne aumenti il rischio della criminalit­à, mentre quasi il 60% (59,3) è convinto che da qui a dieci anni non ci sarà stata un’integrazio­ne degna.

Relazioni instabili

Non si è rotto soltanto il patto sociale nel nostro Paese. Anche le relazioni stabili in Italia hanno subito brutti contraccol­pi nell’ultimo decennio. Ci si sposa sempre meno. Ci si separa sempre di più. Dal 2006 al 2016 i matrimoni sono diminuiti del 17,4% e le separazion­i sono aumentate del 14%. C’è un universo in mano ai single, in Italia: circa 5 milioni in numero assoluto. Le persone sole non vedove sono aumentate del 50% dal 2007 al 2017.

Ripartire dal lavoro

Non ha dubbi Massimilia­no Valerii, direttore generale del Censis: «Dobbiamo recuperare la spinta in alto e in avanti. Da dove ripartire? Lo dico con una parola. Anzi con tre: lavoro, lavoro, lavoro». Valerii non ha dubbi nemmeno sul fatto che in Italia siamo anche orfani di una narrazione forte, anche sul piano simbolico: «Entro questa narrazione dovremmo costruire la nostra identità e radicare il nostro benessere. Oggi prevale nella società una coscienza infelice, una speranza senza compimento».

Le parole del direttore del Censis trovano piena conferma nei dati del Rapporto: il 35,6% degli italiani è pessimista per il futuro, e soltanto il 33,1 conserva un po’ di ottimismo.

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