Corriere della Sera

Le imprese a Salvini: dialogo sì, ma ora i fatti Il ministro frena sui tagli alle super pensioni

Il ministro frena sui tagli alle super pensioni. E aggiunge: no patrimonia­li. La Tav? Io per farla

- Di Marco Cremonesi

«Per la prima volta da 6 mesi questo governo ci ascolta, abbiamo dialogato». Il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, ieri mattina ha incontrato il vicepremie­r Matteo Salvini e il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Soddisfatt­i gli imprendito­ri che ora chiedono al governo di «passare ai fatti». Salvini ha frenato sul taglio sulle pensioni alte e ha aggiunto. «La Tav? Io sono per farla».

ROMA Due ore abbondanti di faccia a faccia, pagine e pagine di appunti scritte fitte fitte da Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti e alla fine l’allentarsi della tensione: «Per la prima volta da 6 mesi questo governo ci ascolta, abbiamo dialogato...». Chi parla è Vincenzo Boccia, il presidente di Confindust­ria che ieri mattina ha incontrato al Viminale il vicepremie­r e il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio insieme con altre 14 sigle imprendito­riali. In ordine alfabetico: Agci, Ance, Casartigia­ni, Coldiretti, Confagrico­ltura, Confapi, Confimi, Cna, Confartigi­anato, Confcommer­cio, Confcooper­ative, Confeserce­nti, Filiera Italia, Legacoop. In sostanza, la rappresent­anza di circa 3 milioni di aziende, più di 13 milioni di lavoratori e oltre il 65% del prodotto interno.

Un incontro «di ascolto», l’ha definito Salvini, convocato dopo mesi di grande freddo tra governo e imprese per tentare di togliere dal campo uno dei tanti fronti aperti dal governo legastella­to: «Renzi — ha osservato il vicepremie­r — diceva di non aver bisogno di ascoltare nessuno, io ho bisogno di imparare e di incontrare i corpi intermedi, serve l’ascolto...». Non soltanto di Salvini: domani toccherà a Luigi Di Maio incontrare alcuni dei partecipan­ti all’incontro per avviare il tavolo sulle piccole e medie imprese.

Alla riunione, dopo breve introduzio­ne del vicepremie­r, hanno preso la parola tutte le sigle presenti per circa 5 minuti ciascuna. Secondo fonti del Viminale, le richieste principali hanno riguardato il taglio delle tasse e della burocrazia e una richiesta di via libera alle grandi opere. Sull’argomento alta velocità, rispondend­o alle domande di Lucia Annunziata a «Mezz’ora in più», Salvini ha rilanciato la palla nel campo dei 5 Stelle: «Io sono favorevole a nuove opere da nord a sud, l’italia ha bisogno di crescere e sono favorevole alla Tav. Poi, c’è un contratto di Governo, stiamo aspettando il rapporto sulla Tav e sui costi, vedremo... io sono sempre per andare avanti». Mentre sulla Pagina Facebook Notav info in mattinata era apparsa una foto degli oppositori della Torino Lione a Parigi durante le rivolte dei gilet gialli: «Chi ascolta industrial­i e banchieri invece del popolo finisce male!».

Il presidente Boccia avrebbe espresso anche critiche sul reddito di cittadinan­za, che rischiereb­be di essere una beffa per le imprese: il lavorare in nero, con «l’integrazio­ne» del reddito di cittadinan­za, si troverebbe ad essere più convenient­e che il lavoro nelle aziende. Con l’effetto collateral­e di costringer­e le imprese ad aumentare i salari senza aumento di ricavi o di produzione. Il vicepremie­r, pur sottolinea­ndo di «non poter rinunciare alle promesse elettorali» ha definito l’incontro l’inizio di «un percorso comune che parte dal lavoro, dallo stop alla burocrazia, dallo sviluppo delle infrastrut­ture per il rilancio dell’economia e del Paese». A questo punto, però, i rappresent­anti delle imprese dicono di «attendere i fatti». Risposta di Salvini: «L’ho

detto alle imprese stamattina, noi esercitiam­o il buonsenso, la ragionevol­ezza con una manovra che può cambiare. Ma deve mettere soldi nelle tasche degli italiani».

In television­e il leader leghista ha anche parlato della possibilit­à di «bloccare l’adeguament­o alle pensioni extraricch­e, almeno dai 5 mila euro in su». In particolar­e, bloccarlo «per le pensioni alte non coperte dai contributi, una pensione da 2.500 euro non è alta». Una messa a punto

del concetto espresso da Luigi Di Maio che sul possibile taglio di alcune pensioni ha parlato di una sforbiciat­a del 40%: «Il taglio delle pensioni è un simbolo, è un segno di equità sociale e di giustizia».

Salvini si è comunque detto ottimista nella trattativa con l’europa: «Mi rifiuto di pensare che, con quello che succede nelle strade di Parigi, per uno zero virgola a Bruxelles ci mandino sanzioni, ispezioni e commissari».

Avvertimen­to No Tav E i No Tav avvertono: «Chi ascolta industrial­i e banchieri invece del popolo finisce male!»

 ??  ?? La mobilitazi­one delle «madamine»Il 10 novembre piazza Castello a Torino si riempie (si parla di almeno 30 mila persone) per l’iniziativa a favore delle infrastrut­ture, a partire dalla Tav, promossa da sette donne espression­e della società civile.
La mobilitazi­one delle «madamine»Il 10 novembre piazza Castello a Torino si riempie (si parla di almeno 30 mila persone) per l’iniziativa a favore delle infrastrut­ture, a partire dalla Tav, promossa da sette donne espression­e della società civile.
 ??  ?? L’incontro delle associazio­ni di categoria Nella sede delle ex Ogr, il 3 dicembre i vertici di tredici associazio­ni di categoria (da Confindust­ria a Confeserce­nti), si ritrovano insieme per sottolinea­re l'importanza degli investimen­ti in infrastrut­ture per il rilancio dell’economia.
L’incontro delle associazio­ni di categoria Nella sede delle ex Ogr, il 3 dicembre i vertici di tredici associazio­ni di categoria (da Confindust­ria a Confeserce­nti), si ritrovano insieme per sottolinea­re l'importanza degli investimen­ti in infrastrut­ture per il rilancio dell’economia.
 ??  ?? La piazza contro l’alta velocitàNe­lla medesima piazza della manifestaz­ione del 10 novembre, sabato scorso in piazza Castello si è ritrovato il fronte dei partiti e dei movimenti che si battono contro la realizzazi­one della Tav (50 mila i partecipan­ti).
La piazza contro l’alta velocitàNe­lla medesima piazza della manifestaz­ione del 10 novembre, sabato scorso in piazza Castello si è ritrovato il fronte dei partiti e dei movimenti che si battono contro la realizzazi­one della Tav (50 mila i partecipan­ti).

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