Il luogo di spaccio davanti al locale «Tutti lo sanno»
La balaustra crollata sotto CORINALDO (ANCONA) la spinta dei giovani in fuga, la funzionalità delle uscite di emergenza e l’adeguatezza del piano di evacuazione: sono i principali elementi al centro degli accertamenti disposti dalla Procura di Ancona sul rispetto delle norme di sicurezza nella discoteca Lanterna Azzurra. Il locale alle porte di Corinaldo nel 2014 era stato temporaneamente chiuso per alcune violazioni delle norme anti-incendio che sarebbero poi state sanate. In seguito il questore di Ancona aveva disposto una breve sospensione della licenza dopo una rissa. Il locale nato negli anni 60 come balera realizzata in un vecchio deposito agricolo, è stato poi al centro di ampliamenti, ora sotto la lente degli investigatori. Proprietaria della struttura è la famiglia Micci; i fratelli Alberto e Leonardo, figli del fondatore del locale Tarquinio, vivono negli appartamenti realizzati nell’edificio che ospita anche la discoteca, che però è gestita dalla Magic Srl, il cui amministratore Francesco Bertozzi risulta responsabile legale. «Non sappiamo cosa sia successo di preciso, ma non abbiamo responsabilità — racconta uno degli 11 buttafuori in servizio la sera della tragedia — noi abbiamo cercato di aiutare i giovani a uscire, il problema è che il panico ha reso impossibile un deflusso ordinato». Gli inquirenti però starebbero cercando di capire se gli addetti alla sicurezza fossero preparati a gestire le emergenze e conoscessero il piano di fuga predisposto dai gestori. In zona è famoso anche il casolare semidiroccato davanti all’ingresso della discoteca: lì, secondo alcuni giovani del posto, durante gli eventi più affollati è possibile acquistare pasticche di stupefacenti e altre sostanze vietate. «Tutti lo sanno, ma nessuno interviene, c’è chi va lì il sabato sera a fare il pieno di fumo per la settimana» dice un sedicenne di Senigallia.