Corriere della Sera

«Lanterna Azzurra»

La convocazio­ne alla serata su Whatsapp poi la commozione e gli sfoghi sui social «Il sistema è sbagliato. Concerti? Mai più»

- (da Instagram) dal nostro inviato a Corinaldo Paolo Foschi

All’interno Centinaia di ragazzi ballano in una delle sale della «Lanterna Azzurra»: i profili social della discoteca sono stati chiusi D ue mazzi di fiori già appassiti posati a terra davanti alla porta di acciaio e vetro: il giorno dopo la tragedia che ha spezzato sei vite, davanti al locale di Corinaldo non c’è il pellegrina­ggio di giovani e amici delle vittime visto spesso in simili occasioni, nemmeno un biglietto per salutare i ragazzi morti nella ressa. Restano poche tracce del dramma: le macchine dei carabinier­i che piantonano la zona, la pattuglia di giornalist­i, cameramen e fotografi a caccia di notizie, Il nastro biancoross­o di polizia che delimita il perimetro dell’orrore. Il lutto, il dolore, il senso di smarriment­o e la rabbia degli adolescent­i della

 Sapevo che eri lì, ti ho cercato e non ti ho visto, ho pensato che fossi già andata via. Invece poi ho saputo la verità. La notte scende troppo presto per le persone migliori

Generazion­e Lanterna Azzurra viaggiano solo online. È sui social e nelle chat private che i ragazzi hanno sfogato i propri sentimenti.

La festa studentesc­a

Del resto anche l’appuntamen­to al concerto del trapper Sfera Ebbasta era stato fissato su Whatsapp. «Raga, ci si vede sabato sera al Lanterna? Perticari presente» è uno dei primi messaggi del gruppo Sballiamo, creato la settimana scorsa coinvolgen­do decine di giovani della zona. Perticari non è il nome di uno dei ragazzi, ma quello del liceo classico di Senigallia, intitolato appunto allo scrittore e poeta Giulio Perticari e frequentat­o da Emma Fabini, 14enne uscita senza vita dalla follia della notte in discoteca. La chat in pochi giorni ha raccolto centinaia di messaggi fino a venerdì notte e il concerto-evento era diventato una specie di festa per molti studenti delle medie e delle scuole superiori di Senigallia, Fano e anche Ancona. Poi sabato pomeriggio la chat è stata cancellata, ma in molti hanno conservato le schermate dei dialoghi. Su Instagram La foto di alcune amiche dentro la disco poco prima della tragedia

Lacrime e dolore

«Adesso eseguirai i tuoi volteggi con gli angeli» ha scritto Francesca su Facebook, ricordando Asia Nasoni, la giovane promessa della ginnastica artistica morta al Lanterna Azzurra. Molti adolescent­i le hanno reso omaggio: «La tua leggerezza ci accompagne­rà per sempre, la vita è ingiusta, tu sei una stella» ha postato Marco, studente di Fano. «La notte scende troppo presto per le persone migliori» è il post firmato da Luca, che ha aggiunto «io non c’ero venerdì notte, ma è stato solo un caso. All’ultimo momento abbiamo

deciso di andare a una festa a Falconara. Quando abbiamo saputo che cosa era successo, siamo corsi davanti alla discoteca. Sapevo che eri lì, ti ho cercato e non ti ho visto, ho pensato che fossi già andata via. Invece oggi (sabato, ndr) ho saputo la verità. Ci mancherai».

La rabbia e gli sfoghi

Molti hanno sfogato sui social la propria rabbia. «Quel bastardo merita di fare una brutta fine» ha scritto su Facebook un certo Stefano, scatenando una serie di commenti violenti («dobbiamo prenderlo prima della polizia e massacrarl­o», «ci vendichere­mo, non so come, ma ci vendichere­mo»), che però dopo qualche ora sono stati rimossi. Secondo quanto emerso, le foto che avrebbero portato all’identifica­zione del giovane ritenuto responsabi­le di aver usato lo spray urticante sarebbero circolate su Whatapp prima ancora di finire agli inquirenti, già pochi minuti dopo la tragedia.

I dubbi e le paure

«Siamo tutti responsabi­li di tutto questo schifo» ha scritto Marinella, «accettiamo un sistema sbagliato. Gli organizzat­ori dei concerti pensano solo a riempire le sale e se ne infischian­o della nostra sicurezza. Ma noi continuiam­o a fare la fila all’ingresso». «Non andrò più a un concerto in vita mia, non si può morire per una serata in discoteca» è invece il commento su Facebook di Marco, che ha poi ricordato Daniele Pongetti, un’altra delle vittime: «Dani, eri un vero amico. Non riesco ancora a credere che non potremo più prenderci in giro come solo noi sapevamo fare». «Ho visto decine di volte il video che hai girato pochi minuti prima di morire. Eri felice. Come è possibile?», ha scritto invece Sara rivolgendo­si a Benedetta Vitali che poco prima della ressa fatale aveva postato un video su Instagram. «E adesso come faremo senza il tuo sorriso?».

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