«I fondi del reddito siano destinati a chi dà il lavoro»
Gardini guida l’alleanza delle cooperative: «Strano non discuterne a Palazzo Chigi»
ROMA Soddisfatti? «Il dialogo, quando c’è, è sempre positivo». Quindi, Matteo Salvini vi ha convinto?
«Ha preso pagine e pagine di appunti. Ora speriamo che qualcosa cambi. E aspettiamo di vedere cosa risponde il governo alle nostre richieste». Presidente dell’alleanza delle cooperative italiane e di Confcooperative (39 mila imprese, 1.150.000 occupati), Maurizio Gardini ieri era uno dei 15 rappresentanti delle confederazioni imprenditoriali italiane ricevute al Viminale dal vicepremier Salvini. Cosa avete chiesto?
«Si è parlato di infrastrutture, ma non solo. Noi abbiamo ricordato che la Tav è importante ma non c’è solo quella». Di cosa c’è bisogno?
«Bisogna dire sì allo sviluppo post crisi, ma deve essere diverso rispetto a quello degli scorsi anni che è stato debole e ha portato profonde differenze e ineguaglianze tra territori e persone. Oggi serve uno sviluppo che sia aperto a tutti, omogeneo e diffuso, che non lasci indietro le imprese e sia più equo. Penso al Sud, ma non solo. Ci sono le zone interne del Paese, migliaia di piccoli comuni che si stanno spopolando: ecco, il nuovo piano di sviluppo deve includere tutti». Sembra quasi un manifesto politico...
«Lo abbiamo detto al ministro Salvini: noi non siamo il partito del Pil, ma quello del Bes, del benessere sostenibile per cui lo sviluppo non è solo finanza ma crescita economica per tutti, che deve portare ad una società più equa e più inclusiva per tutti. Abbiamo parlato anche delle donne e di conciliazione famiglia-lavoro». Una crescita sostenibile come è realizzabile?
«Con più infrastrutture per esempio. Ma ci sono anche quelle immateriali, quelle tecnologiche e sociali. Oltre alle strade c’è bisogno di collegamenti digitali: ci sono 5 mila piccoli centri che stanno scivolando sotto la soglia della povertà: vanno collegati con il resto del Paese per evitare che si sgancino dal treno della competitività, ma senza banda larga come si fa? E poi certo che servono anche strade e ferrovie: come facciamo arrivare le merci anche lì?»
Voi avete una rete molto fitta sul territorio con le vostre cooperative, può essere d’aiuto per lo sviluppo anche delle zone rimaste indietro?
«Ne abbiamo parlato con il ministro Salvini e abbiamo messo a disposizione le nostre cooperative di comunità per rilanciare i territori. Però abbiamo anche chiesto, come facciamo da anni, una guerra più forte alle false coop che danneggiano tutti. E presenteremo un progetto di legge che colpisca chi sfrutta il lavoro nero».
Le istanze Abbiamo chiesto una guerra più forte alle false coop Presenteremo una proposta contro chi sfrutta il lavoro nero
Avete parlato del reddito di cittadinanza?
«Sì naturalmente. E abbiamo chiesto che quelle risorse vengano destinate a chi il lavoro lo dà, le imprese devono essere impegnate direttamente in questo percorso di lotta alla povertà e aumento dell’occupazione perché il reddito di cittadinanza può capitalizzare nuove attività imprenditoriali». Non le è sembrato strano trattare questi argomenti al Viminale?
«Sì, come lo sarà parlarne domani al ministero dello Sviluppo economico dove incontreremo il ministro Luigi Di Maio che ci ha convocati tutti. Avremmo preferito Palazzo Chigi. Ma ormai i tempi della politica sono questi».