Corriere della Sera

«I fondi del reddito siano destinati a chi dà il lavoro»

Gardini guida l’alleanza delle cooperativ­e: «Strano non discuterne a Palazzo Chigi»

- Claudia Voltattorn­i

ROMA Soddisfatt­i? «Il dialogo, quando c’è, è sempre positivo». Quindi, Matteo Salvini vi ha convinto?

«Ha preso pagine e pagine di appunti. Ora speriamo che qualcosa cambi. E aspettiamo di vedere cosa risponde il governo alle nostre richieste». Presidente dell’alleanza delle cooperativ­e italiane e di Confcooper­ative (39 mila imprese, 1.150.000 occupati), Maurizio Gardini ieri era uno dei 15 rappresent­anti delle confederaz­ioni imprendito­riali italiane ricevute al Viminale dal vicepremie­r Salvini. Cosa avete chiesto?

«Si è parlato di infrastrut­ture, ma non solo. Noi abbiamo ricordato che la Tav è importante ma non c’è solo quella». Di cosa c’è bisogno?

«Bisogna dire sì allo sviluppo post crisi, ma deve essere diverso rispetto a quello degli scorsi anni che è stato debole e ha portato profonde differenze e ineguaglia­nze tra territori e persone. Oggi serve uno sviluppo che sia aperto a tutti, omogeneo e diffuso, che non lasci indietro le imprese e sia più equo. Penso al Sud, ma non solo. Ci sono le zone interne del Paese, migliaia di piccoli comuni che si stanno spopolando: ecco, il nuovo piano di sviluppo deve includere tutti». Sembra quasi un manifesto politico...

«Lo abbiamo detto al ministro Salvini: noi non siamo il partito del Pil, ma quello del Bes, del benessere sostenibil­e per cui lo sviluppo non è solo finanza ma crescita economica per tutti, che deve portare ad una società più equa e più inclusiva per tutti. Abbiamo parlato anche delle donne e di conciliazi­one famiglia-lavoro». Una crescita sostenibil­e come è realizzabi­le?

«Con più infrastrut­ture per esempio. Ma ci sono anche quelle immaterial­i, quelle tecnologic­he e sociali. Oltre alle strade c’è bisogno di collegamen­ti digitali: ci sono 5 mila piccoli centri che stanno scivolando sotto la soglia della povertà: vanno collegati con il resto del Paese per evitare che si sgancino dal treno della competitiv­ità, ma senza banda larga come si fa? E poi certo che servono anche strade e ferrovie: come facciamo arrivare le merci anche lì?»

Voi avete una rete molto fitta sul territorio con le vostre cooperativ­e, può essere d’aiuto per lo sviluppo anche delle zone rimaste indietro?

«Ne abbiamo parlato con il ministro Salvini e abbiamo messo a disposizio­ne le nostre cooperativ­e di comunità per rilanciare i territori. Però abbiamo anche chiesto, come facciamo da anni, una guerra più forte alle false coop che danneggian­o tutti. E presentere­mo un progetto di legge che colpisca chi sfrutta il lavoro nero».

Le istanze Abbiamo chiesto una guerra più forte alle false coop Presentere­mo una proposta contro chi sfrutta il lavoro nero

Avete parlato del reddito di cittadinan­za?

«Sì naturalmen­te. E abbiamo chiesto che quelle risorse vengano destinate a chi il lavoro lo dà, le imprese devono essere impegnate direttamen­te in questo percorso di lotta alla povertà e aumento dell’occupazion­e perché il reddito di cittadinan­za può capitalizz­are nuove attività imprendito­riali». Non le è sembrato strano trattare questi argomenti al Viminale?

«Sì, come lo sarà parlarne domani al ministero dello Sviluppo economico dove incontrere­mo il ministro Luigi Di Maio che ci ha convocati tutti. Avremmo preferito Palazzo Chigi. Ma ormai i tempi della politica sono questi».

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