Corriere della Sera

Ue più vicina, ma vuole altri tagli alla spesa

Il timore di alcuni Paesi che l’italia riduca il contributo a Bruxelles se salta l’accordo per evitare la procedura

- Di Ivo Caizzi e Enrico Marro

«A questo punto è solo una questione politica», spiegano ai piani alti del governo, dove si intravede un cauto ottimismo sulla possibilit­à di raggiunger­e un’intesa con Bruxelles che eviti l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’italia a causa della legge di Bilancio. Il governo ritiene di star facendo la sua parte. Sta lavorando per ridurre il deficit fissato ora al 2,4% del Pil nel 2019, e per depotenzia­re le misure che più preoccupan­o l’ue, cioè «quota 100» sulle pensioni, che avrà una durata triennale, e il «reddito di cittadinan­za», che sarà strettamen­te legato al reinserime­nto al lavoro. A Palazzo Chigi, dove oggi si terrà un vertice per mettere a punto le modifiche alla manovra da presentare al Senato, si aspettano quindi che la Commission­e colga queste novità ed eviti impuntatur­e su qualche decimale di deficit, tanto più mentre si accendono focolai di crisi economica e sociale in Europa. «Mi rifiuto di pensare che per uno zero virgola scattino procedure o sanzioni», ha detto il vicepremie­r Matteo Salvini a «Mezz’ora in più».

E che la situazione stia cambiando trova riscontro anche a Bruxelles. Aumentano infatti le pressioni dell’asse franco-tedesco e di altri governi favorevoli a un compromess­o politico sulla manovra italiana. Il presidente francese Macron è diventato più disponibil­e perché — per accogliere le proteste di massa dei «gilet gialli» — vorrebbe superare i limiti di bilancio concordati con Bruxelles (dopo già 10 anni di deficit eccessivo). La cancellier­a tedesca Merkel, contraria a uno scontro Ueitalia con rischi sulla stabilità dell’eurozona, si è rafforzata con la vittoria della sua «delfina» nel congresso della Cdu, rispetto alla destra del partito in sintonia con i rigoristi nordici (Olanda, Finlandia, Austria, ecc). Il premier spagnolo Sanchez intendereb­be respingere la richiesta della Commission­e di attuare correzioni sul bilancio 2019, condividen­do con Roma la linea delle misure espansive. Il premier polacco Morawiecki ha appoggiato ufficialme­nte la manovra italiana. Altri Paesi dell’est e del Sud temono di perdere fondi Ue, se l’italia dovesse finire in procedura per deficit eccessivo a causa del debito. Questo perché l’essere giudicata in serie difficoltà finanziari­e consentire­bbe di chiedere un taglio dei versamenti all’ue (circa 5 miliardi annui in più di quanto riceve), grazie al precedente dello «sconto» ottenuto dalla premier britannica Thatcher e poi da vari Paesi nordici.

Fin qui il quadro politico. Resta che per i tecnici della commission­e il deficit dovrebbe calare all’1,9%, il che significhe­rebbe tagliare 8-9 miliardi, ma finora Lega e 5 Stelle hanno dato l’ok a tagli per 3,5-4 miliardi su «quota 100» e «reddito di cittadinan­za». Altre risorse potrebbero arrivare da misure di spending review. Ma il deficit resterebbe sempre ben sopra il 2%.

Oggi nuovo vertice

A Palazzo Chigi è atteso oggi un nuovo vertice sulle modifiche alla manovra

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