Corriere della Sera

Merletti (Confartigi­anato): no ad escamotage

«Puntare allo sviluppo ed evitare lo strappo altrimenti l’italia rischia di essere un Titanic»

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Salvini e Di Maio fanno a gara per conquistar­e le imprese. E loro — le organizzaz­ioni di rappresent­anza delle aziende — alzano la posta.

È così?

«No guardi, si sbaglia di grosso», risponde indispetti­to Giorgio Merletti, il presidente di Confartigi­anato, interrompe­ndo i preparativ­i per la manifestaz­ione di giovedì prossimo. Oltre 1.600 piccoli imprendito­ri (c’è chi dice duemila) attesi a Milano.

Però tra le proteste vi state portando a casa la deduzione dell’imu sui capannoni, la revisione del Sistri e del Codice degli appalti, uno sconto sui contributi Inail, il ripristino delle detrazioni sulla formazione 4.0.

«Se liquida così la nostra protesta non ci siamo capiti. Quello che ci interessa è che il Paese non faccia la fine del Titanic. Il momento è di quelli che chiamano alla responsabi­lità. Le misure che ha appena elencato sono per noi importanti. Ma che cosa ce ne facciamo se l’italia affonda? Niente, glielo assicuro».

Ieri la Borsa ha chiuso a meno 1,8 per cento.

«Appunto, come vede i problemi dell’italia non sono scongiurat­i. Noi vorremmo contribuir­e a risolverli. Tanto per dire, domenica a Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti non abbiamo parlato di Sistri ma di Europa».

Per dire cosa?

«Che le piccole imprese competono in Europa e vedono il futuro dell’italia dentro l’europa e nella moneta unica. Per cui la prima cosa per noi è che si eviti la procedura di infrazione con la Ue».

Salvini vi ha detto che se attuasse tutte le misure che gli chiedono le imprese le manovre dovrebbero essere tre.

Questo non aiuta a tenere in ordine i conti.

«I soldi spesi in infrastrut­ture non sono come quelli spesi in assistenza. Valgono di più perché creano lavoro».

Cosa direte a Di Maio?

«Che occorre mettere in campo investimen­ti che scarichino a terra i loro effetti. Per esempio investimen­ti pubblici come quelli degli enti locali. La caduta è stata verticale, c’è necessità di farli ripartire grazie a piccole opere».

Tante piccole opere fanno un abito d’arlecchino delle infrastrut­ture?

«All’interno dell’attuale scrittura della legge di Bilancio per quanto riguarda i 3 miliardi che dovrebbero essere trasferiti agli enti locali sono indicati interventi su scuole, viabilità e messa in sicurezza rispetto al rischio idrogeolog­ico. Ci sembra già un bel programma. Ma tre miliardi non bastano».

Salvini propone un referendum sulla Tav.

«Non si trovino escamotage, la politica si prenda la responsabi­lità di decidere».

I sindacati si sono lamentati, a Conte hanno detto che non esistono solo le imprese.

«Adesso ogni conflittua­lità sarebbe sciocca. Abbiamo tutti lo stesso interesse: non finire in recessione».

Siete al secondo tavolo in tre giorni a fianco di Confindust­ria. Gli interessi delle piccole imprese sono più vicini a quelli delle grandi?

«Non su molte questioni, il costo dell’energia per esempio. Ma sulla necessità di puntare su politiche per la crescita la pensiamo allo stesso modo».

All’incontro con Salvini c’erano solo due donne.

«In effetti... La rappresent­anza è un impegno in più da aggiungere in agenda. E per le donne conciliare famiglia e lavoro è ancora più difficile».

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Al MiseLuigi Di Maio, 32 anni, vicepremie­r, ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, ieri alla firma del protocollo d’intesa con la Regione Lazio
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Chi è Giorgio Merletti, 67 anni, è presidente di Confartigi­anato dal 2012

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