Corriere della Sera

Aiutare Theresa Bruxelles ora tende la mano

- Dall’inviato a Bruxelles Ivo Caizzi

Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, ha convocato per giovedì un vertice straordina­rio sull’uscita del Regno Unito dall’ue, aggiungend­olo al già previsto summit dei capi di Stato e di governo. Tusk ha detto che «non ci saranno rinegoziaz­ioni dell’accordo» sulla Brexit concluso con la premier britannica Theresa May. Ma ha aperto al dialogo annunciand­o che «siamo pronti a discutere per facilitare la ratifica del Regno Unito». Pur anticipand­o che a Bruxelles «visto che il tempo corre, discuterem­o anche della nostra reazione a uno scenario senza accordo» con May.

Tusk ha escluso una riscrittur­a del testo, includendo il delicato problema del «backstop», il meccanismo di garanzia per mantenere aperta la frontiera tra l’irlanda comunitari­a e l’irlanda del Nord britannica dopo la Brexit. Ma, siccome qualche concession­e sembra indispensa­bile, si sta già studiando una soluzione di compromess­o, che lasci intatto l’accordo e al tempo stesso consenta qualche contropart­ita almeno politica (magari con il solito trucco comunitari­o del «documento allegato»). May è stata ammonita sul rischio di chiedere una ridiscussi­one sostanzial­e perché potrebbe rilanciare ulteriori richieste spagnole su Gibilterra e francesi sulla pesca. Al momento tra i principali leader Ue sembra prevalere l’orientamen­to ad aiutare comunque May, nei limiti del possibile, a ottenere qualcosa in più. Alcuni pensano che con un «no» netto a modifiche potrebbero perfino provocare un secondo referendum nel Regno Unito. Un po’ tutti, però, non vorrebbero rischiare una Brexit, dal 29 marzo prossimo, senza alcun accordo.

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