Macron: «La vostra collera è giusta» E promette misure per 10 miliardi
Il presidente al Paese: nessuna indulgenza per i violenti. Salario minimo a 1.284 euro
PARIGI In un discorso di 13 minuti andato in onda al tg delle 20 e registrato poco prima all’eliseo, Emmanuel Macron si è finalmente rivolto ai francesi dopo i giorni dei disordini e delle invocazioni al ripristino dello stato di emergenza. Ha detto di comprendere una «collera profonda, che sento come giusta sotto molti aspetti. Può essere la nostra opportunità».
Il presidente ha per prima cosa condannato le violenze promettendo che «non beneficeranno di alcuna indulgenza». Un preambolo atteso dalla grande maggioranza dei francesi che non è mai scesa in strada con i gilet gialli. Ma poi, invece delle misure speciali per l’ordine pubblico di cui si è parlato dopo i saccheggi e gli incendi a Parigi e nel resto della Francia, Macron ha decretato simbolicamente uno «stato di emergenza economico e sociale» accogliendo alcune richieste fondamentali dei gilet gialli e mostrando di avere capito il «momento storico», così lo ha definito, vissuto dal Paese. Per ridurre la distanza tra capitale e provincia Macron incontrerà i sindaci, «regione per regione, in modo da costruire la base del nostro nuovo contratto per la Nazione».
Non dimentico la collera dei francesi, questa indignazione è condivisa, abbiamo l’opportunità di cambiare
Era un intervento molto atteso, una prova decisiva per avere qualche speranza di mettere a frutto i prossimi tre anni di mandato, e si può dire che il capo di Stato francese non abbia fallito. Anche ieri sera, nonostante gli sforzi evidenti, Macron non ha potuto abbandonare quell’aria da giovane tecnocrate che tanti gli rimproverano, e che lo ha accompagnato anche quando nel finale ha toccato la corda dei sentimenti pronunciando parole come «la mia sola preoccupazione, siete voi; la mia unica lotta, è per voi. La nostra sola battaglia, è per la Francia».
Ma per la prima volta Macron ha mostrato che è capace di cambiare idea e di riconoscere i propri errori, una prova di maturità offerta ai gilet gialli e soprattutto ai tanti francesi che lo hanno portato all’eliseo, non un secolo ma 18 mesi fa. «Ho ferito alcuni di voi con le mie dichiarazioni», ha ammesso Macron. E ancora: «Non siamo riusciti a rispondere alla vostra collera».
In concreto, il presidente ha annunciato l’aumento di 100 euro dello Smic, il salario minimo (oggi a 1.184 euro netti) percepito da 1,6 milioni di persone, e «senza alcun costo per il datore di lavoro». A partire dall’inizio del 2019 gli straordinari saranno pagati
Decreto uno stato di emergenza sociale ed economico della Francia: ne usciremo bene tutti insieme, lo voglio
La patrimoniale
Il presidente non cede alle richieste di rimettere l’imposta: i più ricchi lasciavano la Francia
senza tasse né contributi, i bonus di fine anno saranno defiscalizzati, e soprattutto i pensionati che prendono meno di 2.000 euro al mese non dovranno più pagare l’aumento dell’imposta CSG. Quanto al ripristino della ISF (la patrimoniale), Macron ha invece deluso i manifestanti: «L’imposta sulla fortuna è esistita per quasi 40 anni; vivevamo meglio? I più ricchi lasciavano la Francia e il nostro Paese si indeboliva». Il presidente ha poi chiesto che i dirigenti delle imprese francesi e le grandi aziende (come Google o Amazon, ndr) «paghino le tasse in Francia».
Ora bisognerà vedere se i gilet gialli abbandoneranno almeno le forme più violente della lotta, o se seguiranno le reazioni negative dei leader politici che cercano di cavalcare il movimento. Marine Le Pen: «Ha indietreggiato per prepararsi a saltare meglio». Jean-luc Mélenchon: «Parole vane, ora una quinta manifestazione». Benoît Hamon: «È poco, troppo poco».
Poi c’è il fronte Bruxelles, perché il capo dello Stato non ha specificato come finanzierà le misure economiche, che secondo il sottosegretario ai Conti pubblici Olivier Dussopt costeranno tra gli 8 e i 10 miliardi. Sforando la soglia del 3 per cento imposta da Maastricht? «Sorvegliamo da vicino i nuovi provvedimenti», ha già detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.