La difesa del 17enne «Quella sera non ero lì ma con la fidanzata» Poi la notte nel residence
I 200 grammi di cocaina nella stanza dove è stato trovato
Mi appello ai nostri giovani affinché riflettano sui danni irreparabili che possono produrre quelle che loro pensano essere delle bravate
dormito là o aveva preso con quella coppia un appuntamento? E per quale motivo? «La droga non era sua», la nonna è puntualmente intervenuta anche su questo. Ma ieri sera, in via Perugia, a due passi dal lungomare Dante Alighieri, c’erano delle persone, probabilmente i familiari dei due fidanzati arrestati, che sono saliti su al primo piano per portar via coperte, libri, quaderni, insultando i due cronisti presenti in strada.
Il titolare del residence racconta che i due fidanzati avevano preso in affitto la stanza un mese fa, pagando in contanti quasi 400 euro e dicendo che ne avevano bisogno perché la struttura sarebbe vicina al luogo di lavoro della ragazza, che fa la cameriera. Quaranta metri quadri, camera da letto, bagno e cucina. Buongiorno e buonasera, mai una stranezza, nessun problema con i vicini, mai gente losca in giro. A testimoniarlo, due donne che abitano anche loro all’avana. Ma perché allora quella quantità così ingente di droga?
Gli inquirenti tutelano il
Il dubbio
Resta da capire perché domenica mattina il giovane si trovava in quella stanza
minorenne, «tutto è da vedere» continuano a ripetere come un mantra ossessivo. Tra l’altro, quel ragazzo incappucciato che si vede nel video ormai diventato virale sui social, con una mascherina a proteggere la bocca e gli occhiali scuri inforcati, potrebbe anche non essere stato, in verità, il responsabile del panico generale che ha portato infine alla ressa fatale. E anche l’ipotesi che abbia agito con dei complici, ovvero che ci fosse al lavoro una banda quella notte dentro al «Lanterna Azzurra» per derubare chi ballava dopo aver inondato la sala con lo spray (due persone avrebbero denunciato di aver subito un furto), non viene esclusa da chi indaga ma per adesso non risulta nemmeno con evidenza. Gli inquirenti parlano, infatti, di «ipotesi fluida di reato tutta da valutare».
«Come fanno a dire che ero io, sotto quella mascherina? — si lamenta P.B. guardando dritto negli occhi chi non ha mai dubitato di lui —. Poteva essere chiunque, in mezzo a quella calca, al buio, a quelle luci, come si fa ad accusare una persona così liberamente? Dovrebbero mettersi tutti una mano sulla coscienza».