Due medici indagati per la morte di Astori
Firenze, l’ipotesi di reato: omicidio colposo. «Riscontrate anomalie cardiache durante due controlli»
FIRENZE Davide Astori poteva essere salvato? Da quasi un anno ci s’interroga sulla morte del capitano della Fiorentina stroncato da una crisi cardiaca, il 4 marzo scorso, in un albergo di Udine. E adesso, dopo indagini, perizie e consulenze, arriva una svolta. La Procura di Firenze ha indagato per omicidio colposo l’ex direttore di Medicina dello Sport dell’ospedale di Careggi, docente universitario e già consulente medico della squadra viola, Giorgio Galanti. Nel registro degli indagati, con la stessa accusa, è finito anche Francesco Stagno, medico di Cagliari (Astori ha anche giocato nella squadra del capoluogo sardo), anche lui direttore del centro di medicina sportiva del Sant’elia e fratello di Tito Stagno, il famoso giornalista dell’allunaggio.
«Non ho ricevuto fino a oggi avvisi di garanzia — afferma il professor Galanti — e dunque in attesa di eventuali provvedimenti credo che la cosa migliore sia il silenzio». In un’intervista rilasciata poco dopo la morte di Astori, Galanti, in pensione da pochi giorni e da sempre considerato uno dei migliori medici sportivi di Firenze, aveva dichiarato che il capitano viola era «sempre stato controllato e le eventuali alterazioni legate all’attività del cuore durante lo sforzo monitorate» e ancora che «una morte durante il sonno in un giovane è sicuramente una tragedia rarissima, ma non è da attribuirsi al mestiere di atleta».
Dalle indagini della Procura, affidate al pm Antonio Nastasi e coordinate dal procuratore Giuseppe Creazzo, sarebbero emersi elementi sospetti sugli accertamenti di routine e soprattutto sull’idoneità all’attività sportiva. Si parla, nel caso degli accertamenti eseguiti al Policlinico di Careggi durante i test da sforzo, di almeno due anomalie. Il primo, nel 2016, avrebbe evidenziato extrasistolia ventricolare, cioè un battito irregolare del cuore. Il secondo, nel 2017, avrebbe poi rilevato un’extrasistole a due morfologie, dunque più grave della prima. «Le indagini fatte su Astori erano insufficienti per trovare la malattia che poi ha causato la sua morte, una patologia silente non facile da individuare — ha detto ieri Domenico Corrado, docente all’università di Padova e perito incaricato dalla Procura —. I due episodi di aritmie registrate in passato potevano indurre a fare ulteriori approfondimenti, come previsto dalle linee guida».
Va anche detto però che il riscontro di queste anomalie non è pericoloso se il soggetto non soffre di una patologia cardiaca come la cardiomiopatia aritmogena di cui Astori era affetto. La patologia, che distrugge e modifica le cellule del miocardio, venne scoperta solo dopo l’autopsia sul corpo del giocatore.
In una nota la Fiorentina si dice «da sempre vicina alla famiglia di Davide e ritiene doveroso mantenere un rigoroso silenzio nel rispetto del ricordo del nostro capitano e dei suoi cari, in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini». Ai funerali nella Basilica di Santa Croce, l’8 marzo, parteciparono diecimila persone, insieme a numerosi esponenti del mondo del calcio e di tutte le squadre di serie A. ? Domande
& risposte
Quali controlli e chi certifica l’idoneità fisica di un atleta
Come sono seguiti gli atleti professionisti?
I controlli specialistici sono semestrali e la certificazione è firmata da un medico dello sport iscritto alla Federazione dei medici sportivi (FMSI). L’italia è la nazione con i controlli più severi al mondo e costituisce un modello per tutti gli altri Paesi. In Inghilterra i professionisti non fanno neppure i test sotto sforzo. Eppure alcune patologie cardiache, nonostante il rigore, possono sfuggire in quanto non rilevabili attraverso l’elettrocardiogramma se non con esami molto specifici che non è possibile utilizzare di routine. Potrebbe essere il caso del calciatore Astori. Inoltre, secondo linee guida del Collegio Americano di cardiologia, anche in presenza di alcuni tipi di anomalie l’idoneità potrebbe essere rilasciata in assenza di un problema strutturale del cuore.
Il perito
«Gli episodi di aritmie potevano indurre a fare ulteriori approfondimenti»
Che cosa prevede la visita medico sportiva per l’attività agonistica?
La visita è obbligatoria dal 1982 per legge e da allora ha consentito una notevole riduzione dell’incidenza di morte improvvisa sui campi di gara nel nostro Paese. Tra il ‘92 e il 2002 la riduzione fra gli atleti professionisti è stata dell’89,3%. In Italia devono sostenere la visita per attività agonistica amatoriale, con modalità stabilite da un protocollo nazionale, tutti i tesserati a una federazione del Coni, a una disciplina sportiva associata o a un Ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni. Il certificato di idoneità deve essere rilasciato ogni anno da un medico specialista in medicina dello sport. Secondo una legge del 2013 i pediatri e medici di famiglia possono rilasciare l’idoneità sportiva solo ai loro pazienti.
Quali sono i controlli?
Variano a seconda dello sport. Oltre a un’approfondita anamnesi (la storia clinica individuale) e alla visita con la valutazione di tutti gli organi, bisogna eseguire un elettrocardiogramma a riposo e una prova da sforzo con la valutazione delle capacità di recupero, un esame delle urine e una spirometria per misurare la capacità respiratoria. Un’indagine su 24 mila atleti fra professionisti e amatori ha mostrato l’utilità della visita medico sportiva come screening per intercettare problemi di salute.
Nel 15,8 dei casi l’elettrocardiogramma è risultato patologico o anomalo, nel 84,2% normale. Vengono frequentemente individuati anche problemi dell’apparato motorio ad esempio squilibri della postura, scoliosi, ernie.