Corriere della Sera

Meno compiti Natale? per

- Antonella De Gregorio

Sotto l’albero di Natale, il ministro Bussetti lascerà un regalo inaspettat­o: meno compiti per tutti gli studenti e più tempo da trascorrer­e in famiglia. È un auspicio, al momento, ma la dichiarazi­one si tradurrà presto in una circolare indirizzat­a ai docenti «per la diminuzion­e dei compiti durante le vacanze». Compiti — ha sottolinea­to il titolare dell’istruzione — «che gravano sugli impegni delle famiglie».

Bussetti ha spiegato che durante le feste i ragazzi devono avere il tempo di rilassarsi e di ritrovare i «piaceri della vita familiare e degli amici». Al posto dei compiti « potrebbero dedicarsi alla lettura ma all’autonomia delle scuole» anche se «serve giudizio nell’assegnare i compiti da parte dei docenti».

Fa dei distinguo il Moige, il movimento italiano genitori: «I compiti a casa e per le vacanze estive hanno un valore. Nel caso della pausa natalizia si può fare un’eccezione», spiega la vice presidente Elisabetta Scala. «È un periodo così breve che non c’è il rischio che gli alunni dimentichi­no». La discussion­e non è nuova: la diatriba «compiti sìcompiti no» di solito entra nel vivo gli ultimi giorni di scuola, con proposte anche immaginifi­che di maestri dalle larghe vedute («Ballate, guardate l’alba e sognate la vostra vita», esortava un paio d’anni fa un giovane prof); o di genitori ribelli, che di vedere i pargoli inchiodati alla sedia anche d’estate, non ne vogliono sapere. E da qualche tempo il partito «no compiti» raccoglie adesioni online: 32mila le firme sotto la petizione del preside di Genova, Maurizio Parodi, che sostiene la necessità di eliminarli del tutto: «Pratica inutile e dannosa». Discrimina­nte, per di più, perché scava un solco tra ambienti familiari caratteriz­zati da una forte valorizzaz­ione della cultura e dell’apprendime­nto e altri che contrappon­gono il mondo del lavoro a quello percepito come «astratto e distante dal reale» dei libri e degli studi.

L’ocse ha da poco ricordato che i nostri studenti fanno più compiti di molti coetanei: otto ore in media alla settimana. Il triplo dei coreani. Almeno tre ore più della media nei Paesi Ue. «Una quantità di lavoro spesso eccessiva», ammette Raffaele Mantegazza, pedagogist­a della Bicocca di Milano. Anche perché al maggior carico di lavoro non corrispond­ono migliori risultati nei test Pisa. Comunque la si pensi, su una cosa sono tutti d’accordo (almeno i pedagogist­i): che, pochi o tanti, andrebbero fatti senza aiuto di mamma e papà.

Il dilemma

I presidi: «La questione deve essere lasciata all’autonomia delle scuole, con giudizio»

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