«Falso il papiro di Artemidoro» La conferma della magistratura
Le conclusioni della procura di Torino
Nel 2006 fu il filologo Luciano Canfora, sul «Corriere della Sera» e sulla sua rivista «Quaderni di Storia», a negare per primo l’autenticità del «papiro di Artemidoro», il rotolo comprato nel 2004 dalla Compagnia di San Paolo e presentato come risalente al I secolo avanti Cristo. Oggi non solo la magistratura, messa in moto da Canfora dopo ulteriori ricerche, conferma pienamente quel giudizio per bocca della Procura di Torino, guidata ad Armando Spataro, ma la stessa Compagnia di San Paolo, che a suo tempo acquistò il papiro per 2.750.000 euro da Serop Simonian, mercante d’arte egiziano d’origine armena e residente in Germania, prende atto in una nota che il relativo procedimento «si è concluso con la dimostrazione della falsità del reperto». Nessuno tuttavia verrà processato per la vicenda: il fascicolo è stato infatti archiviato dal gip, su richiesta della magistratura inquirente, in quanto il reato di truffa aggravata si è estinto per avvenuta prescrizione.
L’esistenza del reperto venne segnalata per la prima volta nel 1998, sulla rivista «Archiv für Papyrusforschung», dagli studiosi Claudio Gallazzi e Bärbel Kramer, i quali poi, insieme a Salvatore Settis, ne attestarono l’autenticità, datandolo intorno al I secolo a.c. e attribuendo il testo all’antico geografo Artemidoro di Efeso. Di conseguenza la Compagnia di San Paolo acquistò il reperto, lungo due metri e mezzo e largo 32,5 centimetri, ovvero i circa cinquanta frammenti messi in vendita da Simonian, che su un lato contengono un testo in greco antico e disegni di mani, piedi e volti, mentre sull’altro sono raffigurati degli animali.
Nel 2006 il rotolo fu esposto a Torino in una mostra, a cura di Gallazzi e Settis, organizzata a Palazzo Bricherasio. E subito dopo si accese la polemica. «Rilevai alcune vistose anomalie linguistiche, per cui il papiro risultava scritto in un greco impossibile, e avanzai delle perplessità anche sulle figure, che mi ricordavano i dipinti del pittore spagnolo Francisco Goya», dichiara Canfora al «Corriere».
La discussione s’inasprì, ricorda il filo-