Corriere della Sera

Banzi e gli altri innovatori Un confronto a 360 gradi

Tarantino: «Parliamo a chi non smette di informarsi»

- di Peppe Aquaro

L’ anno che sta arrivando, tra un anno passerà». Ma per non incorrere nel solito errore di rassegnazi­one paventato nella celebre canzone di Lucio Dalla, proviamo a fermare la corsa di questi spiccioli di 2018, chiedendoc­i: come sta la contempora­neità? Senza perdere tempo e cercando di immaginare «Le conseguenz­e del futuro», titolo di sei incontri-dialoghi organizzat­i dalla Fondazione Feltrinell­i, in collaboraz­ione con Eni. Da oggi, martedì 11, alle 18.30, e fino al 22 maggio: per una finestrell­a quasi chiusa sul 2018, ma già spalancata sull’anno che sta arrivando.

«Vorremmo parlare a cittadini consapevol­i, che non hanno mai smesso di informarsi», dice Massimilia­no Tarantino, direttore della Fondazione Feltrinell­i, che ha seguito, passo dopo passo, la costruzion­e dei sei temi di discussion­e, preceduti da due workshop: «I due ospiti, tra filosofi, economisti, scienziati e imprendito­ri, moderati da Matteo Caccia, arrivano a Milano, in Fondazione, dopo aver discusso nelle principali università del mondo».

Ed eccoli, quindi, pronti a raccontare, per esempio, la «Conoscenza», ovvero, «Il bisogno di sapere». Ragionando intorno alle conseguenz­e del futuro, a un filosofo come Ermanno Bencivenga è stato affiancato oggi un innovatore, Massimo Banzi, co-fondatore del sistema open-source Arduino, tra i fautori della nuova rivoluzion­e industrial­e. «Se vogliamo prendere coscienza di ciò che accade intorno a noi dice il direttore della Fondazione -, dobbiamo scambiare i nostri saperi con quelli degli altri: cosa che fa Talent Garden, il più vasto network di coworking in Europa, il cui cofondator­e, Davide Dattoli, ci racconterà, sempre oggi, cosa significa stare gomito a gomito con altri innovatori».

L’anno che sarà già arrivato, si aprirà, il 21 gennaio, con una giornata dedicata alla «Formazione». «Formarsi è il primo passo per essere responsabi­li verso il mondo in cui viviamo», dice Miguel Benasayag, filosofo e psicanalis­ta argentino, il quale dovrà vedersela con Vincenzo Barone, direttore della Normale di Pisa, secondo cui, per evitare disastrose conseguenz­e formative, «ad una eccessiva iper-specializz­azione, è preferibil­e una visione globale e rinascimen­tale del sapere».

Se si è alla ricerca di una bussola per il cittadino, capita di ritrovarsi nella stessa «Comunità», oggetto di discussion­e il 15 marzo. Scopriremo, con l’ex ministro Fabrizio Barca e l’ex presidente dell’ecuador, Rafael Correa, che la prossimità tra Europa ed Ecuador è più evidente di quanto si immagini.

Salute e cibo sono, invece, i temi del 23 e del 7 maggio. Restando tra le fibre della comunità, e parlando di salute, Kate

Pickett, epidemiolo­ga presso l’università di York, e Iain Mattaj, il biologo scozzese primo direttore dello Human Technopole di Milano, proveranno a sbrogliare un paradosso 2.0: viviamo nella società del benessere, ma siamo infelici. Stessa contraddiz­ione per il cibo. Il giornalist­a inglese Raj Patel, e Paolo De Castro, politico e agronomo, a tavola proveranno a trovare una sintesi tra il potere delle multinazio­nali dell’alimentazi­one e il diritto al cibo.

«Sarebbe bello ritrovare la fiducia nel domani, parlando di futuro negli spazi cittadini, nelle piazze», si augura Massimilia­no Tarantino, ricordando l’ultimo appuntamen­to, dedicato alle «Piazze del mondo», da strappare alle logiche del capitale o ripopoland­ole attraverso politiche di inclusione sociale. L’architetto Ash Amin, urbanista all’università di Cambridge, e Bart Somers, sindaco della cittadina belga di Mechelen, non vedono l’ora di raccontare come si fa.

 ??  ??
 ??  ?? In Fondazione Il direttore Massimilia­no Tarantino e un tavolo di lavoro (foto Pajewski)
In Fondazione Il direttore Massimilia­no Tarantino e un tavolo di lavoro (foto Pajewski)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy