Corriere della Sera

Le misure offerte all’europa Tetti alla spesa su pensioni e reddito di cittadinan­za

Due clausole per abbassare le uscite di 3,5-4 miliardi di euro

- di Enrico Marro e Lorenzo Salvia

Con una distanza di 3-4 miliardi tra la nuova proposta dell’italia sulla manovra e la richiesta di Bruxelles (un deficit 2019 non superiore all’1,9% del Pil) il rush finale della trattativa fra il premier, Giuseppe Conte, e il presidente della commission­e Ue, Jean-claude Juncker, sarà tutto politico. Una rottura comportere­bbe un prezzo alto per entrambe le parti, specie in una fase di tensioni, come in Francia. E con la paura, che si fa strada in diverse capitali, del contagio che un’eventuale crisi italiana potrebbe scatenare.

Dal punto di vista tecnico la proposta italiana è a buon punto. Potrebbero essere le clausole di «spesa equivalent­e» le chiavi di volta per raggiunger­e l’accordo. Meccanismi capaci di garantire che la spesa per «reddito di cittadinan­za» e «quota 100» non supererà i tetti fissati per il 2019. Tetti destinati a scendere in tutto di 3,5-4 miliardi, il che abbassereb­be il deficit per il 2019 dal 2,4% del prodotto interno lordo, come è stabilito ora nel disegno di legge di Bilancio, al 2,2%. Un passo avanti, ma non sufficient­e per l’intesa. Con uno sforzo in più sulla spending review (altri tagli alla spesa pubblica) si arriverebb­e al 2,1%. A quel punto sarebbe solo questione di un paio di decimali. Inoltre, mantenendo integre le clausole di salvaguard­ia Iva per il 2020 e '21 (ora parzialmen­te disinnesca­te) si accentuere­bbe la caduta del deficit.

Norme di salvaguard­ia

Il premier Giuseppe Conte, che punta a chiudere l’intesa domani incontrand­o Juncker, dovrebbe far leva da un lato sulla temporanei­tà di «quota 100» (pensione a 62 anni con 38 di contributi), che dovrebbe durare tre anni. E dall’altro sulla «universali­tà» del reddito per i poveri, più volte richiesta proprio dalla Ue. E infine sulla finalizzaz­ione del sussidio al reinserime­nto lavorativo dei giovani e all’aumento del tasso di occupazion­e, anche questo obiettivo Ue. A garanzia di tutto Conte potrebbe tirar fuori le due clausole di spesa equivalent­e, per mantenere la spesa intorno a 12 miliardi, contro i 16 di ora.

Quota 100 e reddito

Per «quota 100» le finestre trimestral­i (periodo di attesa tra la maturazion­e dei requisiti e la decorrenza della pensione) potrebbero allungarsi se il monitoragg­io delle domande dovesse mostrare un afflusso superiore a quello atteso rispetto alla platea potenziale di 350 mila lavoratori. La seconda finestra d’uscita, ad esempio, non si aprirebbe più a giugno 2019 ma il successivo settembre. Sul reddito di cittadinan­za ci sono diverse ipotesi, ma il M5S sta facendo muro. Secondo i tecnici bisognereb­be far leva sul fatto che al reddito si accede per trovare un lavoro (grazie ai centri per l’impiego) e quindi se il sistema funziona non bisogna restare assistiti a lungo. Si potrebbe dunque stabilire un meccanismo di rotazione per cui si accede al reddito man mano che si liberano i posti delle persone entrate in precedenza e che nel frattempo siano state collocate al lavoro. Una sorta di ruota che gira più o meno velocement­e anche qui in funzione del monitocuni raggio della spesa. Come su «quota 100», ci saranno delle norme a monte per ridurre la spesa. Non solo il fatto che il reddito dovrebbe partire da aprile, ma anche un crescita moderata della somma in rapporto alla numerosità del nucleo familiare. Cioè il sussidio fino a 780 euro al mese salirebbe di poco, rispetto ai propositi iniziali, con l’aumentare dei figli a carico. In alternativ­a a questo escamotage non resterebbe che ridurre il tetto stesso dei 780 euro, ma su questo Di Maio sembra irremovibi­le.

Le pensioni elevate

Irremovibi­le anche sul taglio fino al 40% delle pensioni «d’oro», quelle oltre 90 mila euro lordi che saranno colpite da un contributo di solidariet­à crescente sulla parte retributiv­a dell’assegno. Misura che non piace all’altro vicepremie­r, Matteo Salvini, che rilancia proponendo di penalizzar­e queste pensioni raffreddan­do l’adeguament­o delle stesse al costo della vita, taglio però considerat­o insufficie­nte dai 5 Stelle. Ma non dovrebbero essere queste frizioni a impedire a Conte di preparare una proposta per Juncker. Che punterà anche sul taglio del debito grazie alle privatizza­zioni e sul rafforzame­nto degli investimen­ti sui capitoli dedicati alle emergenze idrogeolog­iche, fuori dal conteggio del deficit.

Vogliamo intervenir­e sulle pensioni d’oro, farlo è una mossa di equità sociale. Il reddito di cittadinan­za è una misura fondamenta­le

Giuseppe Conte Presidente del Consiglio

Da Roma servono impegni concreti e cifre. Possiamo giocare su tutte le flessibili­tà del Patto di stabilità e crescita, ma non possiamo andargli contro Pierre Moscovici Commissari­o Ue agli affari economici

 ??  ?? Il ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, 70 anni
Il ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, 70 anni
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy