Corriere della Sera

UN TENTATIVO IN EXTREMIS PER CONVINCERE LA COMMISSION­E

- di Massimo Franco

La ciambella a una maggioranz­a in bilico nei rapporti con la Commission­e europea è arrivata dalla sponda più imprevedib­ile: dalla Francia di Emmanuel Macron. Movimento Cinque Stelle e Lega, che stanno affannosam­ente cercando di trovare un compromess­o con Bruxelles sulla manovra economica, ora hanno un ottimo appiglio per trattare; o almeno pensano di averlo. Nel momento in cui il presidente francese annuncia provvedime­nti per placare le proteste di piazza, sacrifican­do i vincoli di spesa, l’italia si sente meno debole.

Avverte che non accettereb­be la linea dei «due pesi e due misure» a vantaggio del governo di Parigi: sebbene la reazione europea rimanga fredda. Il premier Giuseppe Conte «confida», ha detto ieri, che l’apertura della procedura di infrazione nei confronti dell’esecutivo giallo-verde non ci sia; che le proposte e le concession­i offerte da Palazzo Chigi bastino a convincere il presidente della Commission­e, Jean-claude Juncker, e a piegare le resistenze corpose del «fronte del rigore». Non è ancora chiaro quanto gli Stati nord e est europei siano decisi a mantenere una linea dura verso l’italia.

Il premier lo verificher­à oggi, nell’incontro che avrà con Juncker. Ma quando è stato fatto presente che anche la Francia annuncia misure espansive, la risposta è stata: «Quelle sono parole, per ora, l’italia invece ha scritto un documento». Replica interlocut­oria, che però conferma la possibile apertura di un nuovo fronte. Su questo, non sono solo i vicepremie­r Luigi Di Maio e Matteo Salvini a segnalare la novità. Lo conferma il presidente del Parlamento europeo, il berlusconi­ano Antonio Tajani.

È indubbio che con l’ue siano in gioco «molto più dei saldi finali di una manovra economica», avverte Conte. Ma quel «molto di più» riguarda sia Bruxelles, sia Palazzo Chigi. E per l’italia, la procedura di infrazione sarebbe un colpo duro. C’è da giurare che il M5S di Di Maio e la Lega di Salvini ne farebbero un argomento da campagna elettorale alle Europee di maggio, per trarne vantaggio. Ma l’esito sarebbe di allargare il solco con le istituzion­i continenta­li, accentuand­o l’isolamento italiano.

Tra l’altro, alcune dichiarazi­oni di Salvini, in visita in Israele, sul gruppo Hezbollah, hanno riproposto il tema degli sconfiname­nti ministeria­li del leader leghista; e creato imbarazzo tra i militari, impegnati in una delicata missione con Unifil in Libano. Le prossime ore saranno decisive per la trattativa europea. Si spera che a favorire una soluzione contribuis­ca l’incontro fissato per oggi tra Conte e i ministri dell’economia, Giovanni Tria, e degli Esteri, Enzo Moavero, col capo dello Stato, Sergio Mattarella: un solido, convinto europeista.

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