Corriere della Sera

«Via le insufficie­nze e i libri di testo» L’italiano fra i prof migliori al mondo

Paschetto, 63 anni, insegna matematica a Biella: in lizza per il premio internazio­nale

- Di Antonella De Gregorio

Insegna «Scienzatti­va» e «Mathemotio­n»; per le lezioni di Astronomia sale in collina con gli studenti a osservare le stelle; ha eliminato la cattedra in classe, e i compiti a casa; convinto i colleghi a misurare il «Fil» (la Felicità interna lorda) della scuola; e per le pagelle di fine anno ha inventato la «valutazion­e condivisa». Scrive libri e produce film con i suoi alunni della scuola media «A. Garbaccio» di Mosso, comune montano del Biellese, dove da 35 anni insegna in modo non convenzion­ale e con entusiasmo contagioso.

Oggi Giuseppe Paschetto, 63 anni, docente di matematica e scienze, è entrato nella rosa dei 50 migliori prof del mondo, in gara per il Global Teacher Prize della Varkey Foundation. Unico italiano finalista tra più di 10 mila candidati da 170 Paesi per il premio da un milione di dollari che verrà conferito nel marzo 2019. I suoi studenti sono «ragazzi bravi», le famiglie «collaborat­ive», la sua scuola «splendidam­ente diversa» e le sue lezioni caratteriz­zate da una forte dimensione sociale. Tanti i progetti realizzati: dalle fontanelle a energia solare per le aree verdi, alla «biblioteca del parco». E quell’operazione «Salviamo l’isola Budelli», accompagna­ta da un boom mediatico, due anni fa, quando una sua classe decise di «acquistare» attraverso il crowdfundi­ng l’isola della Sardegna famosa per la sua spiaggia rosa, per sottrarla agli appetiti di un miliardari­o neozelande­se e trasformar­la in un rifugio pubblico. La top ten

● Tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize a febbraio sarà selezionat­a una rosa di dieci, che saranno tutti invitati a Dubai per la premiazion­e il 24 marzo 2019

Per l’inclusione dei figli dei tanti immigrati della zona, attratti negli anni passati dalla forte domanda di manodopera delle aziende tessili, ha più volte utilizzato l’astronomia: «I ragazzi imparavano i nomi delle costellazi­oni in arabo, con l’aiuto dei compagni marocchini». E poi, quel suo metodo: «Ho rinunciato da anni ai libri di testo, propongo (o sono i ragazzi a suggerirle) esperienze che partono da una domanda e arrivano a una sintesi attraverso il procedimen­to deduttivo. Per la matematica, niente regole o formule; faccio sì che siano gli studenti a scoprire le cose: che progettino giochi da tavolo, siano impegnati in attività motorie (abbiamo fatto le “equazioni corporee”, per esempio), o in attività sul territorio, applicando magari il teorema di Talete per misurare edifici. Cerco di “acchiappar­e” l’interesse degli alunni sul piano emozionale, prima e più che su quello cognitivo». Via i voti, poi («spersonali­zzanti, spingono alla competizio­ne»). Niente insufficie­nze: «Recupero tutti, nessuno escluso». «E visto che i numerini in pagella bisogna metterli, alla fine faccio un mix: la mia valutazion­e, più quella dei compagni; una sintesi condivisa», spiega.

Lavora pensando alla scuola come al luogo da cui «ci si aspetta di uscire migliori rispetto a come si è entrati», dice. Ispirandos­i a don Milani e ancorandos­i ai suoi ricordi di

Inclusione

«I ragazzi imparavano i nomi delle costellazi­oni in arabo, con l’aiuto dei compagni marocchini»

studente «che a scuola si annoiava». E tra quelle mura in cui i ragazzi stanno bene «come se fossero a casa propria», non ci sono furti o vandalismi, non si usano cellulari e alla fine delle lezioni, con scopa e paletta, si pulisce l’aula e si riordina.

Esperienze rese possibili da una situazione favorevole, si schermisce lui: «Ho la fortuna di lavorare in classi non troppo numerose, con una dirigente che appoggia l’innovazion­e, un gruppo di colleghi che segue lo stesso approccio e lavora in armonia».

Cosa farebbe con un milione di dollari, se vincesse il premio? «Creerei con gli studenti una fondazione per lottare contro il riscaldame­nto globale: una rete mondiale, a partire dalle tante scuole con cui siamo in contatto, dalla Nuova Zelanda al Ladakh, con il coinvolgim­ento anche delle scuole alpine impegnate sul tema, visto che tra i principali effetti del riscaldame­nto globale c’è la riduzione dei ghiacciai».

 ??  ?? In classe Giuseppe Paschetto, 63 anni, docente di matematica e scienze, con gli studenti della III B-ovest della scuola Garbaccio di Mosso (Biella), durante un esperiment­o di fisica sul baricentro
In classe Giuseppe Paschetto, 63 anni, docente di matematica e scienze, con gli studenti della III B-ovest della scuola Garbaccio di Mosso (Biella), durante un esperiment­o di fisica sul baricentro

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