Corriere della Sera

L’eterno rinvio di Tempo di Libri

Levi: un anno di stop, poi nel febbraio 2020 una fiera per i Millennial­s. I dubbi degli editori per ragazzi

- Di Alessia Rastelli

Sospesa, ridimensio­nata. Tempo di Libri nel 2019 non si farà. Ma prende ancora tempo e non alza la bandiera bianca. Ricardo Franco Levi, il presidente dell’associazio­ne italiana editori (Aie, che con Fiera Milano organizza la manifestaz­ione), ha annunciato ieri la proposta per una nuova formula, dedicata ai Millennial­s e all’innovazion­e, la cui fattibilit­à è però ancora da verificare e che comunque avrebbe un’eventuale data assai lontana: febbraio 2020. Forse anche un altro nome, oltre a una nuova squadra e a un diverso direttore.

«Abbiamo preso atto che due Saloni generalist­i, Milano e Torino, a poca distanza nello spazio e nel tempo sono troppo dispendios­i per gli editori e comportere­bbero una divisione nel mondo editoriale che come Aie vogliamo evitare», esordisce Levi, che parla nella sede dell’associazio­ne dopo la riunione degli organi direttivi. Il tema era già emerso all’indomani del successo dell’ultima edizione, lo scorso maggio, del Salone, e si era manifestat­a la necessità di cercare per Tempo di Libri una nuova formula. Proprio con Torino, si era giocato il primo tentativo di Levi — una fiera condivisa, sul modello del festival Mito per la musica — che però, a fine settembre, era stato rispedito al mittente. E ieri, dopo un’ulteriore periodo di riflession­e, è arrivata la nuova proposta e il mandato degli editori a Levi di esplorarne le condizioni e di arrivare a un progetto da qui a febbraio.

«Pensiamo a una fiera proiettata nel futuro, che metta al centro i Millennial­s e chi oggi ha meno di vent’anni, collocata dentro le nuove frontiere dell’innovazion­e tecnologic­a, concentrat­a sul libro ma anche su tutte le nuove forme in cui le storie già si muovono e si muoveranno: l’audiobook, le graphic novel, i videogioch­i, il cinema, i cartoni animati, la musica», spiega Levi. Una fiera settoriale, dunque, non più nazionale e generalist­a, ruolo che ormai — pur con le incertezze che ancora vive il Salone — viene riconosciu­to a Torino. Tema cruciale, inoltre, anche stavolta, ammette lo stesso presidente dell’aie, è la data. «Abbiamo pensato al 2020 per avere tutto il tempo di definire il progetto. In particolar­e a febbraio perché è un buon mese sia per il calendario di Fiera Milano, sia per nelle numerose manifestaz­ioni culturali già previste in Italia». Il Salone di Torino a maggio, Più libri più liberi a Roma a dicembre, la fiera del libro per ragazzi di Bologna ad aprile, per citarne solo alcune.

Proprio la convivenza con Bologna, evento storico che nel 2019 giungerà alla 56ª edizione, potrebbe rappresent­are un’ulteriore difficoltà. Non tanto per i rapporti tra la Book Fair emiliana e l’aie. «Noi siamo una fiera internazio­nale e profession­ale che si occupa dei diritti, la nuova manifestaz­ione milanese sarebbe piuttosto dedicata alla vendita dei libri», chiarisce Marco Momoli, direttore commercial­e di Bologna Fiere, società titolare e organizzat­rice della Children’s Book Fair. Levi conferma che questa sarebbe la vocazione della nuova Tempo di Libri (anche se una parte dedicata ai diritti comunque ci sarebbe, «specie per le storie che passano dai volumi ad altri media»). Il problema che si ripropone è però se, anche in questo caso, gli editori per ragazzi non si troverebbe­ro di fronte a due manifestaz­ioni che, per quanto diverse, sono comunque vicine nello spazio e nel tempo, visto che Bologna si tiene di solito in aprile, in un calendario di fiere che appunto, è già affollato.

«La nuova proposta — commenta Tommaso Gurrieri, direttore editoriale della casa editrice Clichy — mi sembra una scappatoia velleitari­a, un’altra sovrapposi­inserirci zione. A Milano a marzo c’è anche Book Pride, si poteva pensare di fare qualcosa insieme. I lettori sono sempre meno, forse sarebbe meglio rafforzare quello che c’è già, invece di aggiungere altro». «Il tema dell’innovazion­e potrebbe servire a connotare la nuova fiera — ammette Fausta Di Falco, responsabi­le di Verbavolan­t Edizioni — ma per noi partecipar­e a un’altra rassegna è economicam­ente impossibil­e».

Negli organi direttivi dell’aie siede Renata Gorgani, già presidente della Fabbrica del Libro (la società composta dall’associazio­ne degli editori e Fiera Milano per organizzar­e Tempo di Libri) ed editrice del Castoro, marchio tra i protagonis­ti a Bologna, che in Italia pubblica il Diario di una Schiappa. «In questo momento c’è solo il contorno della proposta, avrà senso esprimersi quando ci sarà un progetto», premette. Quindi aggiunge: «Come editore per ragazzi sono felice dell’interesse per il nostro settore ma insieme mi preoccupo per un panorama di eventi già affollato». Bologna, spiega, «è la fiera del libro per ragazzi più importante al mondo, nessuno vi rinuncerà. Credo che la nuova rassegna milanese non si potrà fare se non con Bologna, e poi dovrà essere così attrattiva da convincere gli editori a partecipar­e a un’altra manifestaz­ione. I milanesi hanno già tante librerie, bisogna pensare bene al format: forse non hanno bisogno di un altro luogo in cui acquistare i volumi».

Nel Comitato di presidenza c’è pure Carlo Gallucci, anche lui editore per ragazzi. «Ci fermiamo un anno — nota — per prendere la rincorsa e avere più tempo di mettere in piedi una Tempo di Libri 2.0. Ma non c’è ancora una decisione: ci siamo dati due mesi di tempo per verificare sia la formula sia la data. Febbraio, ad esempio, è un mese scoperto ma va capito se sia davvero funzionale per una fiera».

In questo scenario ancora incerto interviene il ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli: «Se attraverso una più armoniosa coesistenz­a di due eventi importanti come Milano e Torino si riesce ad avere un sistema del libro più funzionale, questa è una cosa molto positiva». Bonisoli aveva annunciato a settembre la tutela del marchio del Salone, la cui asta si terrà il 24 dicembre. Sul fronte di Torino, Levi fa anche sapere che l’aie è stata invitata a far parte della cabina di regia del Salone e che ora «valuterà». L’italia, invece, annuncia, «sarà Paese ospite al Salone del libro di Parigi 2021, oltre che a Francofort­e nel 2023».

Calendario

Nuovo dna nel segno dell’innovazion­e. Ma resta difficile per gli editori sostenere molte fiere ravvicinat­e

 ??  ?? Un momento della 2ª edizione di Tempo di Libri che si è svolta a Milano nel marzo 2018 (Foto Omnimilano)
Un momento della 2ª edizione di Tempo di Libri che si è svolta a Milano nel marzo 2018 (Foto Omnimilano)

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