L’influencer e le feste Consigli per l’uso
Il check, i maglioni di mohair stile norvegese o a righe, l’orsetto. Eccoli i capi più gettonati dell’inverno 2018-2019. Federico Ballandi con la sua Kontatto, azienda bolognese di fast fashion, misura il polso delle tendenze ogni giorno, o quasi. «La donna ormai vuole tutto all’ultimo momento. Anche le griffe si stanno adeguando. Con l’avvento dei social e delle proposte immediate diventa sempre più difficile imporre trend duraturi. Tutto viene assorbito e dimenticato nel tempo di un clic» spiega Ballandi, presidente e fondatore del brand emiliano. La moda se la deve vedere anche con il cambiamento climatico.
«L’inverno arriva sempre più tardi e i capi caldi restano in vetrina. Bisogna aggredire il mercato con iniziative e saldi anticipati: il black friday è andato molto bene. In occasione del Natale il negozio a Bologna oggi ospita a Crazy Christmas Shopping Dayun, evento con una decina di giovani influencer che indosseranno i capi delle feste alla loro maniera e posteranno i look. E naturalmente interagiranno con le clienti invitate tramite i social. Contiamo di raggiungere tre milioni di donne». Gli abiti delle feste sono i protagonisti. «Questo è il momento di brillare con la collezione Going out Star: paillettes, tulle, lurex, pelliccette». Un look da party firmato Kontatto costa da 100 ai 150 euro. «La donna guarda molto ai prezzi — assicura
Ballandi — Vuole la novità, anche per postarsi sui social». Come si affrontano i colossi del fast fashion? «Nessuno può competere con quel potere imprenditoriale, hanno la possibilità di scegliere anche le migliori location. Ma sono loro ad essersi ispirati a noi — scherza ma non troppo l’imprenditore —. Il primo fast fashion è nato qui nel Centergross dove io ho cominciato 23 anni fa e dove ci sono le attività operative». Perché una donna sceglie un abito Kontatto? «Si sente tutelata. La nostra distribuzione è più esclusiva rispetto alla multinazionale. Essendo un marchio Made in Italy, curiamo la produzione di tutti i modelli. Il nostro core business è la maglieria realizzata in un laboratorio di Formigine, Modena, che lavora in esclusiva per noi». Circa mille pezzi prodotti nella stagione fredda per 23 milioni di fatturato, il 40 per cento all’estero. «Siamo appena tornati da Tokyo. La ricerca va fatta spostandosi e respirando quell’aria delle strade — Londra, Copenhagen, New York, Los Angeles — che una foto su Instagram non può darti».