Corriere della Sera

Le Marianne a seno nudo Ma la protesta è in calo

Tremila manifestan­ti e 8.000 agenti, niente scontri nel Paese. Le ragioni del flop? Meteo e politica

- Di Stefano Montefiori

Sono scese in strada, a seno nudo, vestite da Marianne, per protestare insieme ai «gilet gialli», ieri a Parigi. Ma il quinto sabato consecutiv­o di manifestaz­ioni antigovern­ative non è stato un successo. A Parigi c’erano più poliziotti, ottomila, che manifestan­ti, tremila.

PARIGI Solo qualche centinaio di manifestan­ti infreddoli­ti sugli Champs Élysées. «È perché la polizia ha fermato i pullman e le auto prima che arrivasser­o a Parigi. Dovrebbero fare gli arresti preventivi con gli islamisti schedati, invece che prendersel­a con noi gilet gialli», si lamenta a fine mattina Thomas Percheron, trentenne impiegato informatic­o.

Thomas è venuto dalla Normandia con tre amici, si guarda intorno deluso e aggiunge «guarda caso», la formula usata dagli ultimi stralunati gilet gialli complottis­ti, ancora convinti che l’attentato di Strasburgo sia stato un’azione diversiva del governo. Ma ieri mattina all’alba la polizia ha fermato in autostrada solo i militanti armati di mazze, pietre e martelli. Nessun arresto preventivo di massa. I pullman sognati dagli irriducibi­li non sono arrivati a Parigi perché non erano mai partiti.

Poca gente per strada a Parigi e nel resto della Francia, nessuna vera battaglia con le forze dell’ordine nella capitale, poche vetrine spaccate e nessuna auto bruciata: il «V atto» segna probabilme­nte l’inizio della fine della protesta dei gilet gialli, almeno quella condotta nelle strade.

I motivi di un’adesione così in calo sono tanti: lunedì scorso il presidente Macron ha detto in tv di avere «compreso la collera», fatto mea culpa e annunciato qualche concession­e di peso (aumento del salario minimo, abolizione del rincaro delle tasse sulla pensione, straordina­ri defiscaliz­zati); martedì sera l’attacco di Strasburgo ha riportato l’attenzione sul terrorismo, e molti gilet gialli più responsabi­li hanno ascoltato l’appello del governo a dare tregua alle forze dell’ordine concentrat­e sulla minaccia jihadista; la protesta è cominciata ormai quasi un mese fa, sabato 17 novembre, molti manifestan­ti sono stanchi e preoccupat­i a loro volta dalle violenze dei teppisti e della polizia (prima di questo sabato i feriti erano già 800 tra i manifestan­ti e 200 tra gli agenti, alcuni in modo grave); infine, a Parigi ieri c’erano zero gradi e diluviava.

Per tutta la giornata i gruppi sparsi nella capitale hanno cercato di radunarsi per dare l’impression­e di una folla più consistent­e, sugli Champs Élysées a un certo punto è partito l’ordine di spostarsi tutti all’opéra, dove i manifestan­ti sono stati accolti e circondati dalla polizia a cavallo.

Completame­nte sopraffatt­e il 1° dicembre, sabato scorso le forze dell’ordine erano riuscite a contenere i danni (10 milioni di euro, comunque) grazie a un dispiegame­nto eccezional­e. Per affrontare la quinta giornata della protesta il ministro dell’interno Christophe Castaner ieri ha voluto mantenere lo stesso dispositiv­o: solo a Parigi 8.000 agenti e 12 blindati per neanche 3.000 gilet gialli, e il ritorno in strada dei famigerati voltigeur. i gendarmi seduti in due sulla stessa moto, uno al manubrio e l’altro pronto a manganella­re o a sparare flashball (i proiettili di gomma). Due voltigeur vennero ritenuti responsabi­li della morte dello studente Malik Oussekine, nel 1986, e da allora non erano più stati usati.

L’incidente più grave è accaduto nella notte tra venerdì e sabato a Erquelinne­s, alla frontiera franco-belga, dove un uomo è morto alla guida della sua auto dopo avere tamponato un camion immobilizz­ato dai gilet gialli. È la settima vittima della rivolta.

Avevano cominciato il 17 novembre in oltre 280 mila, ieri erano 66 mila in tutta la Francia, e le feste di Natale potrebbero concludere definitiva­mente la mobilitazi­one. Il presidente Emmanuel Macron, solo 10 giorni fa insultato e rincorso a Puy-en-velay, venerdì ha potuto visitare Strasburgo tra gli applausi.

 ??  ?? Alcune donne raffiguran­ti «Marianna», simbolo della Francia, a seno scoperto alla performanc­e dell’artista Deborah de Robertis durante la protesta dei gilet gialli ieri a Parigi.
Alcune donne raffiguran­ti «Marianna», simbolo della Francia, a seno scoperto alla performanc­e dell’artista Deborah de Robertis durante la protesta dei gilet gialli ieri a Parigi.
 ??  ?? Tricolore Gilet gialli sugli Champs Élysées, sullo sfondo l’arco di Trionfo (Afp)
Tricolore Gilet gialli sugli Champs Élysées, sullo sfondo l’arco di Trionfo (Afp)

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