Salvini: «Io indagato tra gli indagati» Un caso il saluto all’ultrà condannato
L’incontro alla festa della curva del Milan: qui tifosi per bene, dico no alla violenza
MILANO «Indagato tra gli indagati». Così si autodefinisce il ministro dell’interno Matteo Salvini durante il suo passaggio, ieri pomeriggio, alla festa per i 50 anni della Curva sud del Milan, cioè il cuore ultrà della tifoseria rossonera.
«Sono una delle realtà più belle del calcio europeo», ha detto Salvini rivolto ai tifosi, arrivando all’arena Civica di Milano tra corsi, striscioni e fumogeni. Qualcuno gli fa notare che diversi ultrà milanisti hanno avuto e hanno «problemi con la giustizia» e lui replica: «Questi tifosi sono persone perbene, pacifiche, tranquille. Loro portano colore con un coro, un tamburo, una bandiera. La violenza poi è un’altra cosa». Quindi la battuta: «Ci sono diversi indagati nella Curva del Milan? Io stesso sono indagato. Sono un indagato in mezzo ad altri indagati».
Le indagini che hanno coinvolto alcuni capi della tifoseria milanista, però, riguardano vicende che non c’entrano col calcio. Nel giugno scorso un’operazione della questura di Milano ha portato in carcere 22 persone accusate di traffico di droga. Tra loro figura Luca Lucci, 37 anni, capo della Curva sud, che proprio ieri, durante la festa all’arena, ha avuto uno scambio di saluti cordiali con Salvini. Lucci era stato filmato dagli investigatori mentre «pagava» a una banda di albanesi e calabresi un grosso carico di droga. Per quella vicenda ha patteggiato (a settembre) una pena di un anno e mezzo. Ma Lucci era già stato condannato per un episodio del 2006 quando, allo stadio durante un derby, aggredì il tifoso interista Virgilio Motta colpendolo con tanta violenza da fargli perdere un occhio. Due anni dopo Motta morì suicida, senza essersi mai completamente ripreso da quella vicenda. Lucci venne condannato a 4 anni e mezzo e a risarcire la vittima con 140 mila euro. E nei mesi scorsi anche il fratello Francesco è stato arrestato per un’estorsione da 300 mila euro all’ex datore di lavoro della moglie. Anche lui è tra i capi della Curva sud.
«È gravissimo che il ministro degli Interni sottovaluti in modo così clamoroso le indagini della magistratura e arrivi a scherzarci sopra — commenta Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del Pd —. Riguardano reati gravi e si parla di rapporti con la ‘ndrangheta. Ciò che Salvini dovrebbe combattere invece di fraternizzare con gli indagati».