Corriere della Sera

Cercavano su Linkedin l’autista per quella tratta Così funziona Flixbus

- di Fabio Savelli

Aziende-partner in associazio­ne temporanea d’impresa. Autisti assunti da altri, non da Flixbus. E una piattaform­a che ha portato il trasporto su gomma alla portata di tutti, soprattutt­o di studenti e famiglie con tempo a disposizio­ne e pochi soldi da parte. Ciò che è successo rischia però di mettere in discussion­e il modello Flixbus — la piattaform­a tedesca che opera in Italia da oltre tre anni — che ha messo in vendita online i biglietti per la tratta Genova-düsseldorf. Fonti vicine all’azienda ieri hanno confermato che si tratta di un mezzo di Stav Autolinee, azienda di autotraspo­rto con sede a Vigevano (Pavia), che lavora in proprio nell’hinterland milanese e con Flixbus per alcune destinazio­ni a lunga percorrenz­a. Un mese fa sul social network Linkedin è comparso, vuole il caso, un annuncio di Stav per la ricerca di «un’autista a chiamata per servizio bus a lunga percorrenz­a per la linea notturna Genovadüss­eldorf con patente D». Proprio la tratta in questione. Non sappiamo se il candidato è stato trovato e se era uno dei due conducenti che si sono alternati al volante sull’autobus che ha perso il controllo. Poteva finire persino peggio se quel muro metallico, alto quasi quattro metri, avesse ceduto di schianto aprendo la strada alla scarpata che conduce dritto al fiume Sihl. È certo che l’incidente è avvenuto in un punto critico dell’autostrada, all’altezza di una deviazione a destra su una strada secondaria su cui si immette la A3. Alle 4,15 di notte, con una visibilità scarsa e alla guida un conducente che probabilme­nte non conosceva bene quel tracciato.

L’azienda tedesca ha un modello unico nel suo genere. Ha un solo autobus in dotazione necessario all’iscrizione al registro elettronic­o delle imprese. Non ha autisti assunti, ma una sessantina di dipendenti con funzioni amministra­tive e commercial­i nella sede di Milano. Collabora con oltre 60 «padroncini» in tutta Italia, ditte di autotraspo­rto spesso a conduzione familiare o realtà più strutturat­e che rischiavan­o di andare fuori mercato per i prezzi iper-competitiv­i di Flixbus che reclamizza anche viaggi ad 1 euro sulla Roma-milano. Opera con la formula dell’associazio­ne temporanea d’impresa tramite contratti di collaboraz­ione. Incassa il 30% delle vendite decidendo le strategie sulle rotte in cambio degli investimen­ti in marketing, mentre i partner guadagnano l’altro 70% ma si accollano il rischio d’impresa (manutenzio­ne, costo del lavoro, deposito, logistica, tasse in regime di esclusiva). Questo modello è stato fortemente osteggiato dall’associazio­ne di categoria di Confindust­ria che ha parlato di «dumping» e «concorrenz­a sleale» e contrastat­o da alcuni emendament­i nella passata legislatur­a mai tradotti in legge.

L’impostazio­ne attuale si regge su una circolare del ministero dei Trasporti del 2015 secondo la quale «l’idoneità a svolgere il servizio va verificata in capo all’associazio­ne nel suo complesso, essendo irrilevant­e il contributo della singola impresa all’erogazione del trasporto». Grazie a questa lettura il dicastero dei Trasporti ha conferito a Flixbus le concession­i per lavorare. Un’interrogaz­ione parlamenta­re l’anno scorso, dei deputati Francesco Cariello e Giuseppe L’abbate (M5S), poneva l’accento sul fatto che l’azienda tedesca starebbe «destabiliz­zando il mercato praticando prezzi sottocosto pagati da autisti e imprese partner locali, su cui ricade il rischio d’impresa».

È una tesi che non trova grandi sponsor nell’attuale esecutivo. Il prezzo del biglietto viene invece versato su conti correnti intestati alla società tedesca (la controllan­te Flixmobili­ty Gmbh) che controlla la filiale tricolore. L’iva viene versata all’erario tedesco. Sfuggendo a quello italiano.

Il modello

In Italia non ha mezzi di sua proprietà ma stipula accordi con 60 ditte sul territorio

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