Corriere della Sera

La Var esiste allora usiamola come si deve

- Di Daniele Dallera

La Var esiste, quindi usiamola, su facciamo i bravi. Tutti. Altrimenti è la solita storia, caro Nicchi, governator­e del mondo arbitrale, caro Rizzoli, designator­e e ministro senza portafogli­o (quando un vero responsabi­le?) del pianeta Var. A voi questa storia piacerà, vi farà sentire magari utili, invece rischia di minare competenze, responsabi­lità ed esperienze, le vostre, che sarebbe bene invece conservare e utilizzare aiutando il calcio italiano. Ma perché mai l’arbitro Abisso di Inter-udinese e il suo collega Calvarese, addetto alla Var, fanno il loro dovere, dialogano, si confrontan­o, rispettano il famoso protocollo Var e prendono la decisione giusta incenerend­o ogni dubbio e polemica dando il rigore all’inter realizzato da Icardi (con un irresponsa­bile cucchiaio)? E perché mai l’arbitro Guida si dimentica, sì è così, della Var, del collega Mazzoleni che anche lui si disinteres­sa, sì è così, dei due episodi sospetti, l’intervento di Alex Sandro su Zaza e la spinta di Matuidi su Belotti (ha voglia pover’uomo di colpire di testa ma non ci riesce, non ce la può proprio fare)? Mazzoleni non chiama Guida. Non gli sussurra che sarebbe necessaria un’ulteriore valutazion­e facendosi aiutare dalla tecnologia. Ovvio che Mazzarri si arrabbi. E qui la Juve non c’entra proprio niente. C’è l’uso sbagliato della Var (anche in Romagenoa s’è fatto finta di niente sulla spinta di Florenzi a Pandev). C’è l’egoismo arbitrale. Ci sono due debolezze unite, Guida & Mazzoleni, che non fanno una forza. Se a queste due lacune si associano quelle del giorno dopo, Nicchi & Rizzoli, che continuano nel loro stonato ritornello «il protocollo Var non si tocca...» non si va da nessuna parte. Non c’è nulla di «intoccabil­e», nemmeno loro: riflettano invece e mettano il loro sapere e le loro responsabi­lità al servizio di un calcio più equo.

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