UNA FOTO SCUOTE PARIGI: È FEMMINISMO O NEO-PURITANESIMO?
Le Galeries Lafayette hanno posto all’ingresso del loro grande magazzino parigino una gigantesca, immensa immagine di un paio di mutande. Anzi, di un sedere femminile visibilmente ritoccato al computer e (poco) coperto da un paio di mutande del marchio Aubade, storica casa francese di lingerie. Da anni Aubade usa lo stesso codice pubblicitario: foto in bianco e nero, volto non compreso nell’inquadratura, solo una parte del corpo di una donna valorizzata dalla biancheria. Stavolta l’assessora alla parità uomo-donna del Comune di Parigi, Hélène Bidard, ha protestato: «A qualche giorno da Natale non avete niente di meglio da fare che mostrare il sedere di una donna senza volto? Chiedo il ritiro immediato di questa campagna sessista». Tre giorni dopo la fotografia è stata sostituita con un’altra pubblicità (un profumo Versace), ma i responsabili delle Galeries Lafayette hanno precisato che il cambio era già previsto. Comunque, ne è nata una polemica intensa. C’è chi ha sottolineato l’ennesimo caso di mercificazione del corpo della donna, ridotta a una parte per il tutto. Altri hanno ricordato che quel genere di pubblicità — un corpo di donna e un articolo per donne — è in realtà rivolto agli uomini eterosessuali: l’obiettivo è il loro desiderio, al quale poi le donne sono tenute a conformarsi. Ma alcune femministe hanno rivendicato il diritto delle donne di usare la propria bellezza e potenza, anche in un manifesto sulla facciata del palazzo. E poi c’è chi ha visto nelle proteste un pessimo segno dei tempi, una concessione al neo-puritanesimo americano o all’oscurantismo islamista, che ha orrore dei corpi e vorrebbe coprirli in ogni occasione. La questione è complessa. Ma intanto potremmo dire «né con la censura, né con Photoshop»: forse c’è un modo per pubblicizzare la biancheria intima senza ricorrere a un’immagine della donna così parziale, ritoccata e quindi irreale.