Corriere della Sera

«Mamma, fatti coraggio»

Il 19enne alla mamma: «Devi farti coraggio»

- di Valeria Costantini

« Non mi sento le gambe, ma state tranquilli, mi riprendo » . Sono state le prime parole di Manuel Bortuzzo al suo risveglio. Il giovane nuotatore che sognava le Olimpiadi, ferito da un proiettile sabato notte nel quartiere Axa, ormai è vigile. È lui che rassicura t utti, che sorride, che tenta di scherzare dal suo letto dell’ospedale San Camillo di Roma, che manda messaggi vocali agli amici di vasca in Sierra Nevada. « Voglio andare a casa » , è stata la sua unica richiesta, pur consapevol­e di avere davanti un lungo percorso. Aveva già capito che qualcosa non andava nel suo giovane corpo.

« Le gambe non ci sono. Gli ho detto della paralisi, che per i medici non può camminare. Mi aspettavo che piangesse, ma è stato forte » . È i l papà Franco a raccontare, con la voce che trema, il momento che temeva di più, ma che è stato s eguito s ubito da una promessa: « Noi non smettiamo di credere e nemmeno l ui, l ’ ho i mmediatame­nte t ranquilliz­zato, gli ho detto che lo portiamo in un centro specializz­ato per la riabilitaz­ione » . « La speranza vede l’invisibile, tocca l’intangibil­e e raggiunge l’impossibil­e... # Forzamanue­l » : è con questo messaggio che la campioness­a di nuoto Federica Pellegrini ha voluto ieri dedicare un pensiero a Manuel Bortuzzo

Il padre è cosciente del fatto che non si parla di « miracoli » , ma di scienza e soluzioni ancora percorribi­li. « Mi ricordo tutto » , ha risposto Manuel in quei primi momenti del ritorno alla coscienza, a chi gli chiedeva se rammentass­e cosa gli fosse successo e perché si trovasse in ospedale: la ricostruzi­one di quei tragici minuti nella piazzetta di periferia sono tutti nella sua testa e l’atleta è pronto a riferirli alla polizia. Non sapeva ancora ieri che chi gli ha sparato ha deciso di confessare tutto e di ammettere di averlo colpito per errore.

Il padre di Manuel abbraccia l a moglie Rossella, entrambi concentrat­i solo sul futuro del figlio, e poi dice: « Non è che non mi interessa vedere i colpevoli puniti, ma adesso sono solo felice di avere mio figlio, forse dopo arriverà la rabbia » . In questi giorni ha ricevuto varie segnalazio­ni per rintraccia­re i colpevoli e lui le ha subito riferite alla polizia.

In ospedale si alternano gli amici di Manuel. « Ha alzato il pollice verso l’alto, ci ha ringraziat­o di esserci sempre stati, si ricordava di avermi visto dopo gli spari», racconta Alessandro descrivend­o il suo incontro con l’amico attraverso il vetro di terapia intensiva, lui che era lì tra i primi a soccorrere Manuel. « Sapevo di aver un figlio straordina­rio, ma ora è lui che rassicura noi. È stato lui a dire alla mamma di farsi coraggio. Ce la farà, ce

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