Sala d’attesa
Non è facile sopravvivere al dolore per la perdita di una persona particolarmente cara: diciassette milioni di euro pagabili in tre rate. L’altra sera i dirigenti del Nantes si sono mescolati a giocatori e tifosi nell’innaffiare di lacrime il prato dello stadio. Hanno dedicato la vittoria in Coppa di Francia al loro ex centravanti Emiliano Sala, precipitato nella Manica durante il viaggio di trasferimento a Cardiff su un aereo di fortuna pilotato, pare, da un incapace. Poi si sono asciugati gli occhi e hanno telefonato al club gallese per battere cassa. Anche a Cardiff piangevano ininterrottamente da giorni, accendendo candele ed ergendo santini a ogni angolo di strada per ricordare un giocatore che non avevano fatto in tempo a cono- scere. Ma appena hanno ricevuto la richiesta di saldare la prima rata del suo acquisto, qualcosa si è chiuso nel loro cuore. Hanno chiesto tempo, il dolore è ancora troppo forte per mettere mano al portafogli. Quelli del Nantes non hanno retto a tanta sofferenza e adesso minacciano di portare il Cardiff in tribunale, dove le due società potranno piangere insieme il povero Sala, circondati dall ’a f fetto dei l oro l egali. Tutto questo mentre il corpo del giocatore si trova ancora in fondo al mare.
E l’umanità, che suggerirebbe di rispettare quantomeno i tempi del lutto prima di mettersi a parlare di soldi? In fondo al mare anche l ei. I soccorsi la stanno ancora cercando.