Corriere della Sera

Sala d’attesa

- di Massimo Gramellini

Non è facile sopravvive­re al dolore per la perdita di una persona particolar­mente cara: diciassett­e milioni di euro pagabili in tre rate. L’altra sera i dirigenti del Nantes si sono mescolati a giocatori e tifosi nell’innaffiare di lacrime il prato dello stadio. Hanno dedicato la vittoria in Coppa di Francia al loro ex centravant­i Emiliano Sala, precipitat­o nella Manica durante il viaggio di trasferime­nto a Cardiff su un aereo di fortuna pilotato, pare, da un incapace. Poi si sono asciugati gli occhi e hanno telefonato al club gallese per battere cassa. Anche a Cardiff piangevano ininterrot­tamente da giorni, accendendo candele ed ergendo santini a ogni angolo di strada per ricordare un giocatore che non avevano fatto in tempo a cono- scere. Ma appena hanno ricevuto la richiesta di saldare la prima rata del suo acquisto, qualcosa si è chiuso nel loro cuore. Hanno chiesto tempo, il dolore è ancora troppo forte per mettere mano al portafogli. Quelli del Nantes non hanno retto a tanta sofferenza e adesso minacciano di portare il Cardiff in tribunale, dove le due società potranno piangere insieme il povero Sala, circondati dall ’a f fetto dei l oro l egali. Tutto questo mentre il corpo del giocatore si trova ancora in fondo al mare.

E l’umanità, che suggerireb­be di rispettare quantomeno i tempi del lutto prima di mettersi a parlare di soldi? In fondo al mare anche l ei. I soccorsi la stanno ancora cercando.

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