L’esercito di Maduro blocca i ponti «Niente aiuti umanitari al confine»
Croce Rossa e Caritas si astengono. Guaidó a Salvini e Di Maio: «Incontriamoci»
Le tappe
Il 23 gennaio il leader dell’opposizione e capo dell’assemblea nazionale Juan Guaidó si è autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, sfidando il capo di Stato Nicolás Maduro, che ha vinto le ultime elezioni contestate
La maggior parte dei Paesi Ue e gli Stati Uniti hanno riconosciuto Guaidó
L’italia non ha ancora una posizione chiara: chiede elezioni ma non riconosce Guaidó I numeri
Il ponte di Las Tienditas tra Colombia e Venezuela. Si stima siano oltre 3 milioni i venezuelani che hanno lasciato il Paese. Circa 5.500 attraversano ogni giorno il confine
( Afp) RIO DE JANEIRO Sono due container azzurri e una autocisterna arancione, occupano ciascuno tre corsie. Di prima mattina un drone mandato dal giornale di Cucuta La Opinion li ha filmati piantati di traverso sul versante venezuelano del ponte Las Tienditas. Come dire: da qui non passa niente. I l ponte è nuovo di pacca, non è mai stato usato, chiuderlo è soltanto simbolico. Un altro paradosso di questa storia. Progettato per raddoppiare i collegamenti tra Colombia e Venezuela, ulti- mato all’inizio del 2016, Las Tienditas è sempre rimasto deserto perché Hugo Chávez, pri ma di morire, aveva deciso di sospendere i l traffico automobilistico tra i due Paesi, permettendo solo l’attraversamento a piedi con il ponte che già esisteva, qualche chilometro più a sud, il Simón Bolívar.
Oggi questa immagine dal cielo è il simbolo della prossima tappa della crisi venezuel ana. Attraverso l a città col o mbiana d i C u c u t a , sulla frontiera, si cercherà di far ar- Ponte Las Tienditas Cucuta Ponte Simón Bolívar rivare in Venezuela gli aiuti umanitari. Il regime di Maduro è determinato a non farli entrare. Perché nega che il Paese sia alla fame e dice che loro, i gringos imperialisti, non hanno mai aiutato nessuno e dietro cibo e medicine ci sono i soldati invasori, « bombas y muerte » .
Da qualche giorno migliaia di venezuelani hanno ripreso ad attraversare il Simon Bolivar in cerca di cibo e medicine. Le autorità colombiane si s gol a no s pi e gando c he gl i aiuti non verranno distribuiti solo i n Venezuela, quindi è del tutto inutile cercarli a Cucuta. È un piano che stanno elaborando da tempo i leader oppositori, i nsieme a Usa e Colombia. Con gli aiuti stranieri sognano di r o mpere l’ unità dell’esercito fedele a Ma d u r o , e p o i far saltare l’esclusiva dei Clap, i pacchi che il chavismo distribuisce ai poveri in cambio di fedeltà. La speranza è che i privati aiutino, sfidando il regime.
Pur sembrando inattaccabile, l’operazione Cucuta non trova un consenso totale. Croce Rossa e Caritas, per esempio, hanno deciso di astenersi, perché refrattari per principio ad azioni di carattere politico. E questa indubbiamente lo è. La risposta è che la distribuzione avverrà con criteri esclusivamente umanitar i . Le pri me medicine, per esempio, andranno ai casi più gravi, ai 300.000 venezuelani, ha detto Juan Guaidó, che non riescono più a curarsi.
Oggi si insedia il gruppo di contatto a Montevideo, una i niziativa della Ue di cui fa parte anche l’italia. E Guaidó ha scritto due lettere a Salvini e Di Maio, chiedendo di riflettere sulla scelta « neutrale » dell’italia, quasi isolata in Europa. Il leghista ha accettato di incontrare una delegazione da Caracas, lunedì prossimo.