Museo della lingua italiana Studiosi a confronto in un convegno a Roma
nel presente. Diciamo che i morti lasciano una traccia e che questa traccia è a volte interminabile, ci accompagna per il resto delle nostre vite. Inoltre sarebbe egoista “staccarsi” da loro semplicemente perché a partire da un dato momento non esiste più “reciprocità” » .
La pittura entra spesso nelle sue trame, come sa chi ricorda — per fare solo un esempio, in « Il tuo volto domani » — le riflessioni di Jaime Deza sui dipinti nelle sale del Prado. Che legame esiste tra la pittura e i suoi romanzi?
« Non c’è mistero. Leggendo soprattutto Panofsky, molti anni fa, scoprii l’immenso piacere di vedere un’immagine e allo stesso tempo leggere una descrizione o un’interpretazione di quella immagine » .
Quale è la ragione per cui, visto che di finzioni si tratta, troviamo quadri, foto, manifesti riprodotti nelle pagine?
« Se le immagini di cui si parla in un mio romanzo sono reali — che siano fotografie, quadri, manifesti — mi sembra giusto che il lettore le possa contemplare. La prima volta che lo feci fu nel 1989, in Tutte le anime ( il mio amato Sebald, che ha introdotto anche lui immagini nelle sue opere, non aveva ancora iniziato a pubblicare i suoi libri). Ricordo ancora la sorpresa e le obiezioni dell’editore. Oggi chiunque lo fa con grande tranquillità nelle opere di finzione. E non c’è niente di strano. Per quanto riguarda i quadri, la rimando alla disperazione di Mateu, il guardiano del Prado, in Un cuore così bianco: lo irritava sapere che non avrebbe mai visto il Tre libri sulla lingua italiana sono l’occasione per rilanciare il progetto di un Museo dedicato: la Società Dante Alighieri organizza l’incontro Siamo pronti per un Museo della lingua italiana?, mercoledì 13 a Roma, a Palazzo Firenze ( ore 17.30). L’idea viene da lontano, fin dall’epoca della mostra fiorentina Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua, del 2003, ma nel mondo esistono già molti musei delle lingue: il più antico è l’ivar
Il personaggio
Nel finale di «Berta Isla», Tomás Nevinson è un uomo sconfitto. Ma ha una quarantina d’anni, la sua vita dovrebbe continuare
(Auto)valutazione Tra i miei libri, provo simpatia per «Tutte le anime». «Vite scritte» è tra i miei preferiti. Ma credo che il migliore sia «Il tuo volto domani» Aasen Centre di Ørsta in Norvegia ( 1898), uno dei più noti è il Museo della lingua portoghese di San Paolo, Brasile ( distrutto dal fuoco nel 2015 e vicino alla riapertura) e in Italia vi sono musei dialettali e regionali, come quello della lingua occitana « Son de Lenga» (Dronero, Cuneo). Ora, l’evento dedicato ai tre volumi sulla lingua riapre il dibattito. I libri sono L’italiano è meraviglioso ( Rizzoli) di Claudio Marazzini, Il museo della volto di una giovane dipinta di spalle... » .
In « Berta Isla » si legge che « qualunque segno di cortesia, di distinzione o di cultura » era malvisto o sentito come un’offesa « negli anni Novanta che annunciavano il nuovo rancoroso secolo » . Una profezia retrodatata. Il rancore è diventato uno dei sentimenti-chiave della nostra epoca?
« Senza dubbio. Un rancore fomentato, un risentimento “creato” nella maggioranza dei casi. Recentemente ho scritto un articolo su questo. Tutti possono essere risentiti, perfino la persona più privilegiata ( si veda il clamoroso esempio di Trump, che trasuda rancore pur essendo milionario e l’uomo più potente della terra). È molto facile risvegliare questo sentimento in qualcuno. C’è gente che ha ragioni da vendere per essere risentita, ma se si converte il rancore nel movente delle azioni il disastro è assicurato. È lecito averlo ( se esiste un motivo oggettivo) ma non mostrarlo quotidianamente e trasformarlo in una guida perpetua. Perché va sempre contro qualcuno, spesso un qualcuno immaginario, e questo è devastante per chi ne è vittima. Basare l’esistenza sull’affronto è di una povertà assoluta, di una terribile sterilità. Non dico che non possa essere a volte “produttivo”, però solo se è accompagnato da altri fattori, fosse anche soltanto l’ambizione. Se rimane da solo non c’è niente di più distruttivo verso gli altri e verso se stessi » .
Peter Wheeler, l’illustre ispanista che recita una parte importante nello sradicamento di
Bologna, in meno di 48 ore è andato sold out » . Riguardo la crescita di interesse per l’international Children’s Bookseller conference, seconda edizione, punto di incontro e di scambio di esperienze tra librai, Pasoli ha portato l’esempio di « una associazione di editori americani che ha messo a disposizione quattro posti per la conferenza e ha ricevuto ben 210 domande » .
Durante i giorni della fiera saranno assegnato diversi premi tra cui il Braw- Bologna Ragazzi Award, il Premio Strega Ragazze e Ragazzi e il Premio Carla Poesio, all’esordio, riservato a tesi di laurea in letteratura per l’infanzia. In concomitanza con la book fair, riservata agli operatori ( editori, librai, bibliotecari, insegnanti...), la città sarà teatro di eventi, incontri e attività per bambini e famiglie. Il romanziere Javier Marías e il traduttore Lorenzo Flabbi saranno premiati lunedì 11 febbraio al Teatro Grassi di Milano con Barca, un’opera d’arte originale di Velasco Vitali ( Bellano, Lecco, 1960; nella foto qui sopra). A ciascuno dei vincitori andrà un pezzo unico realizzato da Vitali nell’antica Fonderia Artistica Battaglia di Milano. Si tratta di due barchette in bronzo, ideate a partire da due pagine de « la Lettura » , piegate e imbevute nella cera Le date
La 56 ª edizione della Bologna Children’s Book Fair si svolgerà da lunedì 1° a giovedì 4 aprile Parteciperanno 1.400 espositori da 80 Paesi; l’ingresso alla fiera è riservato a operatori del settore lingua italiana (Mondadori) di Giuseppe Antonelli, e Storia illustrata della lingua italiana (Carocci) di Luca Serianni e Lucilla Pizzoli. Gli autori discuteranno del progetto del Museo con Michele A. Cortelazzo, presidente di Asli, Associazione per la storia della lingua italiana, Marco Mancini, dell’accademia dei Lincei, e Alessandro Masi, segretario generale della Dante. ( ida bozzi)
Nevinson, gli dice che « la vita di chiunque è dappertutto; è dove va, dove gli capita » . Che effetto le fanno i rigurgiti di nazionalismo, sovranismo anti-europeo, attaccamento alle radici locali dei quali siamo spettatori?
« Un effetto deprimente. E ridicolo. L’atteggiamento di tanti europei attuali ( e non solo europei) mi ricorda un personaggio esilarante di un fil m di Mankiewicz, The Late George Apley, su una famiglia antiquata e retriva di Boston. Una signora di questa famiglia dice: “Ogni volta che mi sento depressa, mi ricordo che sono una Apley”. Come se questa ovvietà e questa constatazione la rendessero migliore. Oggi c’è gente che dice: “Ogni volta che... mi ricordo che sono catalano, o basco, o italiano, o ungherese, o polacco”. È molto grottesco, e denota un grado di imbecillità che ormai credevamo bandita da molti anni » .
C’è uno dei suoi romanzi a cui è più legato? Oppure, se fossimo obbligati a usare la formula « l’autore di... » , quale titolo potremmo inserire al posto dei puntini?
« Il secondo non lo so. Lo deciderà il tempo, se il tempo avrà la bontà di ricordarmi. Io provo una simpatia speciale per un romanzo, Tutte le anime, e tra i miei preferiti c’è Vite scritte, che sono ritratti brevi di scrittori. Mi sono divertito molto a scriverli e la gente si diverte leggendoli. Però credo che il migliore sia Il tuo volto domani. È chiaro che quello che io credo è privo di importanza. In realtà penso che siano stati meglio accolti tre romanzi successivi Gli innamoramenti, Così inizia il male e Berta Isla, mentre in linea di principio io li considero delle “aggiunte”, nel senso di bis. Non si può mai sapere che cosa funzioni meglio o peggio » .
Sappiamo quali autori ama, forse Shakespeare e Sterne in primo luogo. Pensavo di citarle tra gli altri Conrad, Proust, Nabokov, Sebald, chiedendole se esista un filo in grado di unire questi nomi.
« C’è anche Cervantes, che ha legami con quasi tutti gli autori menzionati, soprattutto naturalmente con Sterne. No, non credo che esista un filo che li unisca... Guardi, poco tempo fa un libraio londinese, la cui libreria antiquaria ho visitato spesso, mi ha scritto che per la varietà dei miei interessi di acquirente, non ha mai saputo “etichettarmi” come cliente. A differenza di quello che fa con la maggioranza degli altri. Forse perché sono molto eclettico nei mei gusti e nei miei interessi, quasi tutto mi può interessare. Leggo romanzi, novelle, poesia, saggi, storia, teoria dell’arte, filosofia, racconti dell’orrore o di fantasmi. Non ho mai disdegnato la letteratura “popolare”, la vedo complementare a quella che si chiama a volte “letteratura di qualità” o “elevata”. Provo un rispetto differente per Dumas e per Proust ( e il secondo mi attrae di più) però non un rispetto minore. Rispetto molto, perfino ammiro, quello che io non saprei fare. E di sicuro non saprei scrivere Il conte di Montecristo ( nemmeno l’opera di Proust, naturalmente) » .
Ha fatto qualche scoperta recente?
« Leggo poche cose contemporanee, ragione per cui è difficile che faccia “scoperte”. Mi sono tenuto aggiornato per molti anni, però si finisce per perdere troppo tempo: ogni dieci libri “meravigliosi” secondo la critica o la moda, nove sono solitamente deludenti. Così è stato sempre e così sarà. Guardi, se non fossi obbligato a scriverli, non leggerei nemmeno i mei romanzi. Penserei: “Questo Marías, bah. Ci sono troppi classici che non ho ancora letto per avventurarmi su uno spagnolo di oggi...” ».
Quali libri tiene sul comodino?
« Oltre ad alcune novità che, nonostante tutto, mi vedo obbligato a leggere per cortesia o per assoluta curiosità, La morte di Napoleone di Simon Leys ( mi piacque molto I naufraghi del Batavia). Voglio rileggere ora un piccolo libricino che mio padre, Julián Marías, scrisse nel 1980, La Guerra Civil ¿cómo pudo ocurrir?. Credo che ora lo farò con più preoccupazione che a suo tempo. Inoltre tengo sempre a portata di mano classici romani e bizantini che non trovo mai il momento di leggere » .
Lei non ama parlare di quello che sta scrivendo e spesso cambia la direzione del cammino. Ma le vorrei ugualmente chiedere di fornirci un altro indizio sul suo lavoro attuale.
« Beh, già lo ho detto. Sono curioso di sapere che cosa è stato di Tomás Nevinson dopo il suo ritorno a Madrid. Troppo giovane ( anche se vecchio e quasi morto nello spirito) per rimanere il resto della sua vita a contemplare gli alberi davanti alla casa di Berta, sua moglie. Però non sono ancora sicuro se soddisferò questa curiosità » . @ Paolo_ Lepri