Corriere della Sera

Tra fontane e capitelli, a Petra si apre un viaggio a ritroso nella nostra storia

La kermesse di arredi da esterno. Il restaurato­re: la pietra ci racconta

- Di Peppe Aquaro

« L o sa cosa invidio alla gente emiliana? L’abilità nel saper fare squadra » , svela Tiziano Lera, architetto toscano di Lucca ( con studio a Pietrasant­a) e progettist­a dell’allestimen­to di Petra, l’esposizion­e a Modena, dal 9 al 17 febbraio, in contempora­nea alla « vicina di casa » , Modenantiq­uaria.

Stesso ingresso, unico biglietto, ma due mondi diversi. « Se la sezione antiquaria, sin dalle primissime edizioni degli anni ‘ 80, ha rappresent­ato un gusto più tradiziona­le e ben definito, con Petra, dal 1993 ad oggi, si è voluto spaziare un po’ di più, facendo scoprire ai visitatori — l’anno scorso, in trentamila — opere in marmo, in ferro battuto e materiali di recupero risparmiat­i all’oblio » , osserva il direttore Augusto Bulgarelli.

Ed in questa economia circolare del « pezzo giusto » , da ricollocar­e nella casa di cam- Parchi e giardini Sopra un’immagine di Petra, mostra mercato per gli arredi esterni, che spazia fra archeologi­a industrial­e e strutture déco pagna o in un locale di tendenza, Lera, che ritorna a Petra dopo la prima edizione, ha immaginato di esporre insieme due simboli del made in Italy e della cultura nel mondo. Sulla sinistra dell’ingresso del giardino, — cinquemila metri quadri di esposizion­e —, è stata collocata una ripro- duzione del David di Michel a ngelo, deci s a mente alta: sette metri, ovvero 108 centimetri in più dell’originale.

E non finisce qui. L’intelligen­te provocazio­ne di Petra 2019 è nell’accostare, al simbolo del Rinascimen­to, l’emblema di Modena e dell’italianità nel mondo, una Ferrari anni, modenese, è un restaurato­re lapideo oltre che uno storico espositore fra gli antiquari di Petra: « È un po’ come iniziare un viaggio a ritroso nella nostra storia tra sculture, portali, fontane, capitelli, peducci di marmi e calcari » . d’epoca. Sempre di alto « saper fare » si tratta: da una parte, i maestri di Pietrasant­a di Artigianar­te; dall’altra, i battitori emiliani delle l astre di ferro.

Cosa c ’e nt r a , a l l ora, una mostra- mercato di opere in pietra e marmo con Modena? Maurizio Raimondi, 76 anni, modenese, tra gli storici antiquari espositori a Petra, e soprattutt­o con più di 40 anni di esperienza alle spalle nelle vesti di restaurato­re lapideo, risponde: « La pietra modenese non esiste. E non abbiamo neppure rocce calcaree: però, si amo st ati bravissimi nell’esportare la nostra argilla nel mondo » . Finita sulla parte anteriore dell’altare, il Paliotto, nelle chiese realizzate tra il 1500 e il 1600.

« Sembra marmo, ma è scagliola, una pasta di gesso inventata nel diciassett­esimo secolo dal modenese di Carpi Guido Fassi » , spiega l’uomo di bisturi e pennelli, i ferri del

mestiere. Oggi come i eri. E utilizzati anche nella chiesa duecentesc­a di Renno, vicino Pavullo, per imbellire la patina del tempo sulla pietra della fonte battesimal­e alla quale fu consacrato alla cristianit­à Raimondo Montecucco­li.

« Colui che, nella valle della Raab, impedì ai turchi e alla civiltà islamica di conquistar­e Vienna e di sottomette­re l’europa » , aggiunge Raimondi. Che ha talmente custoditi nel cuore mestiere e storia modenesi, da dedicare a Petra parole che racchiudon­o il senso di una visita in fiera: « È un po’ come iniziare un viaggio a ritroso nella storia, tra sculture, portali, fontane, capitelli, peducci di marmi e calcari » .

Ma nel bazar delle meraviglie di Petra, ci si imbatte perfino in un « Maiale » , o siluro a lunga corsa, di quelli usati da Jacques Cousteau, i l mitico esplorator­e degli abissi marini; o nei maghi del legno della T r a n s i l va n i a , in grado di s montare e r i montare una baita in carbonio antico.

Infine, sarà in fiera l’artigiano che tutto il mondo ci invidia, « tranne Vladimir Putin, i cui interni del suo mega yacht sono frutto del lavoro di questo geniale toscanacci­o » , racconta il progettist­a Lera. No, tra toscani i nomi non si fanno. Meglio conoscersi in fiera.

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Chi è
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Maurizio Raimondi, 76

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