Domme cuor di leone non ha mai frenato
Aare pista di casa per gli azzurri del superg. Nel 2007 si era aggiudicato il titolo di campione del mondo la sorpresa Patrick Staudacher, accelerando nel finale; ieri ha trionfato Dominik Paris costruendo la vittoria nella parte centrale ( quella con più curve) e rischiando, nel finale, di buttare al vento il vantaggio accumulato, andando largo in due porte. Ha vinto chi ha sbagliato di meno. Percorso ostico con il sole coperto dalle nuvole: tre quarti del tracciato si snodano in campo aperto, fuori dal bosco, non permettendo agli atleti di preparare i cambiamenti di direzione e le linee di curva. Ma Paris ha più « pelo » di tutti: sempre all’attacco, con gli sci sulla massima pendenza, senza mai frenare nemmeno quando sbattono e gli avversari si rialzano. A costo di apparire sgraziato, non un esempio di stile, piuttosto di efficacia. L’opposto dell’austriaco Matthias Mayer, tecnicamente perfetto, costretto a mancare una porta in quanto troppo veloce all’uscita di un salto. Sul podio il compagno Kriechmayr, ex aequo con il francese Clarey, 38 anni, il più vecchio medagliato nella storia iridata. Ulteriore dimostrazione della povertà della velocità, che si regge sui due austriaci, Mayer ( 30 anni), lo svizzero Feuz ( 32), Innerhofer ( 35) medaglia di legno, e Paris ( 29). Intatte le nostre speranze di bissare il successo del superg anche nei prossimi anni.