Corriere della Sera

L’eliseo tiene il punto «Basta con i gesti ostili, la ricreazion­e è finita» E cita Forza Italia

Apertura sull’ambasciato­re: tornerà a Roma

- di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

«Non si tratta di drammatizz­are ma di dire “la ricreazion­e è finita”». La ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, riassume con formula da scuola elementare il senso del richiamo dell’ambasciato­re Christian Masset. L’obiettivo della Francia non è alimentare l’escalation ma fermarla.

Far tornare a Parigi l’ambasciato­re di un Paese europeo non si era mai visto, «ma d’altra parte non si era mai visto neanche il membro di un governo straniero (Di Maio, ndr) che viene in Francia per sostenere qualcuno (il gilet giallo Christophe Chalençon) che ha invocato la guerra civile, la destituzio­ne del presidente e l’instaurazi­one di un governo militare». Nell’intervista a Radio Classique la ministra parla di quell’incontro come di un «gesto ostile da parte di qualcuno che dovrebbe essere un uomo di governo».

Il presidente Emmanuel Macron non si esprime direttamen­te sulla questione ma una fonte diplomatic­a considera che la mossa sta ottenendo gli effetti desiderati: «Abbiamo sottolinea­to la gravità della situazione, e vediamo che questo comincia a suscitare dibattito in Italia, anche nell’opposizion­e di destra vicina alla Lega come Forza Italia, nei media e nell’opinione pubblica».

Il riferiment­o a Forza Italia è interessan­te, perché indica attenzione verso le dinamiche interne al governo italiano e alle forze che lo compongono, nel momento in cui Lega e Cinque Stelle si dividono sulla Tav e l’esito delle prossime elezioni europee potrebbe riavvicina­re Lega e Forza Italia.

Il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux, dopo avere evocato su radio Europe 1 la recessione economica italiana, aggiunge: «Quel che mi interessa è che un grande Paese come l’italia, partner della Francia, vada meglio. Per esempio proseguend­o con il progetto Lyonturin (come i francesi chiamano la Tav, ndr), che permetterà all’italia del Nord, terra di elezione del signor Salvini, di avere migliori risultati economici, scambi commercial­i più facili, e di progredire in competitiv­ità». Se questa crisi diplomatic­a dovesse avere in futuro qualche conseguenz­a sugli equilibri del governo a Roma, con il risultato magari di fare prevalere il sì alla Tav della Lega e di Forza Italia, Parigi potrebbe non esserne troppo dispiaciut­a.

Per adesso si tratta di «dare uno stop alle provocazio­ni», un tentativo di resettare relazioni che stavano diventando troppo caotiche. «Non è un richiamo definitivo, l’ambasciato­re tornerà a Roma», dice la fonte diplomatic­a, anche se non si fanno previsioni sul quando.

«Ci saranno ancora momenti difficili nella relazione franco-italiana, bisogna essere preparati, ma speriamo che ciò che è successo faccia riflettere l’opinione pubblica e i partiti politici». L’ambasciato­re Masset tornerà a Palazzo Farnese, magari quando Di Maio e Salvini avranno accettato che la peculiarit­à del loro governo — due vicepremie­r più protagonis­ti del premier — non viene assecondat­a a livello internazio­nale.

«Quale rispetto nei confronti delle istituzion­i italiane avremmo se il nostro presidente della Repubblica incontrass­e il ministro dell’interno e non il presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica italiani? Il presidente Macron potrebbe mai invitare il ministro dell’interno tedesco Seehofer invece che Angela Merkel? Oppure, il presidente del Consiglio italiano Conte potrebbe dire “invito il ministro francese Castaner, invece di Macron, perché mi sta più simpatico”? Non funziona così». Per adesso i contatti continuera­nno nelle sedi europee. «Non rompiamo i rapporti. Ma dovevamo fare un gesto forte per dire basta».

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L’iniziativa Alcuni attivisti dei gilet gialli francesi ieri a Sanremo dove hanno manifestat­o in concomitan­za con il Festival (Lapresse)

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