Corriere della Sera

Reddito di cittadinan­za e privacy, i controlli impossibil­i sui requisiti

Allarme del Garante per l’accesso dei Caf all’anagrafe dei conti correnti

- Enrico Marro

ROMA Pasticcio privacy sul reddito di cittadinan­za. Non bastassero i problemi sui cosiddetti navigator, e mentre al Senato la Lega prepara un pacchetto di emendament­i per stringere ancora di più l’accesso al sussidio, ecco che il Garante della privacy lancia l’allarme sul rischio che venga violata la riservatez­za su una serie di dati personali. In un documento inviato alla commission­e Lavoro di Palazzo Madama, dove il decreto legge su reddito e «quota 100» è in discussion­e, l’authority presieduta da Antonello Soro, parla di «rilevanti criticità» e solleva in particolar­e due questioni di tutela della privacy. La prima si riferisce al fatto che i consumi effettuati con la card elettronic­a sulla quale viene caricato il sussidio sono controllab­ili. Questa norma, secondo il governo, risponde all’esigenza di evitare che il reddito venga utilizzato per spese voluttuari­e, come il gioco d’azzardo, e di stanare eventuali falsi poveri. Ma, si legge nella memoria inviata in Senato, «le legittime esigenze di verifica di eventuali abusi e comportame­nti fraudolent­i si traducono in una sorveglian­za su larga scala, continua e capillare sugli utilizzato­ri della carta, determinan­do così un’intrusione sproporzio­nata e ingiustifi­cata su ogni aspetto della vita privata degli interessat­i».

Il secondo rilievo del Garante riguarda la possibilit­à, concessa ai Caf, i Centri di assistenza fiscale, di accedere all’anagrafe dei conti correnti. Anche qui il governo ha introdotto questa norma per bloccare eventuali «furbetti» che volessero nascondere il possesso di soldi in banca e investimen­ti finanziari. Ma secondo l’authority il decreto legge si è spinto troppo in là: «Forti perplessit­à destano alcune disposizio­ni sulla disciplina di rilascio delle attestazio­ni Isee suscettibi­li di pregiudica­re la sicurezza dei dati contenuti nell’anagrafe tributaria e, soprattutt­o, nell’archivio dei rapporti finanziari dell’agenzia delle entrate, finora inaccessib­ili persino nell’ambito delle ordinarie attività di controllo tributario, in ragione degli elevati rischi connessi al relativo trattament­o di tali informazio­ni». In altre parole, la procedura prevista per la compilazio­ne e il controllo dell’isee, l’indicatore della situazione economica con i dati riguardant­i non solo i redditi, ma anche la ricchezza immobiliar­e e mobiliare (depositi, conti correnti, titoli, eccetera) di tutti i componenti del nucleo familiare, non offrirebbe sufficient­i garanzie: «Occorre, infatti, tutelare tali dati in modo adeguato, evitando anche soltanto il rischio di fraudolent­e sostituzio­ni di identità presso i Caf, ovvero di attacchi informatic­i, facilitati anche dal coinvolgim­ento degli stessi Caf e dei relativi sistemi informativ­i (non sempre adeguatame­nte protetti), nella filiera del trattament­o». Né vale, secondo il Garante,che a monte del trattament­o dei dati sensibili vi sia il consenso scritto rilasciato dagli interessat­i, perché «non conforme ai requisiti del diritto europeo». Per questo, conclude la memoria, queste disposizio­ni «andrebbero riformulat­e», introducen­do «misure tecniche e organizzat­ive volte a scongiurar­e i rischi di utilizzi fraudolent­i dei dati, accessi indebiti o violazione dei sistemi informativ­i». La memoria del Garante, secondo il Pd, dimostra che il decreto è «un mostro giuridico» mentre per Forza Italia che «il governo è incapace».

La questione, in realtà, è complessa perché implica la necessità di conciliare da un lato il dovere di controllar­e che il reddito vada effettivam­ente ai poveri e dall’altro di evitare usi impropri dei dati sensibili. Giusto qualche giorno fa il presidente dell’inps, Tito Boeri, in audizione al Senato aveva suggerito, per esempio, di «rinviare il reddito di cittadinan­za a quando sarà operativo l’isee precompila­to visto che dagli approfondi­menti svolti dall’inps le dichiarazi­oni sostitutiv­e per ottenerlo sottodichi­arano il patrimonio finanziari­o».

Gli emendament­i al decretone saranno presentati dai gruppi politici entro martedì e allora si capirà se la maggioranz­a è disponibil­e ad accogliere i rilievi del Garante. La Lega, intanto, ne annuncia per aumentare i fondi per i disabili, per stringere l’accesso agli stranieri e per vincolare ancora di più il sussidio alla ricerca attiva di un lavoro.

I dati personali

I rilievi dell’authority di Antonello Soro: rischi sulla riservatez­za dei dati personali

Non conforme al diritto Ue il consenso scritto rilasciato da coloro che chiedono il reddito

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Antonello Soro, presidente dell’autorità Garante della Privacy

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