Corriere della Sera

Scrive un libro sulla verità dei fatti (ed è accusata di plagio)

La difesa di Jill Abramson, ex direttrice del New York Times, sorpresa a copiare senza citare la fonte

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE G. Sar.

WASHINGTON Sul sito dell’editore Simon & Schuster, l’ultimo libro di Jill Abramson, ex direttrice del New York Times, viene presentato come un evento epocale: «L’inchiesta definitiva sullo sconvolgim­ento dei news media nell’ultimo decennio». Il titolo è evocativo: «Mercanti di Verità». Il sottotitol­o ambizioso: «Il Business delle notizie e la lotta per i Fatti». Peccato che tutte queste maiuscole e tutti questi buoni propositi siano stati ridicolizz­ati dalla scoperta di un reporter di Vice, Michael Moynihan: Abramson ha copiato lunghi paragrafi senza citare le fonti. In particolar­e, avrebbe trascritto interi brani di articoli usciti nel 2013 sulla rivista New Yorker e nel 2010 su Time Out. Una giornalist­a freelance, Ian Frisch, ha riconosciu­to nel libro alcuni passaggi di suoi pezzi pubblicati sui Social nel 2014.

Abramson, prima donna a dirigere il New York Times (dal 2011 al 2014), è stata investita dalla polemica. Si è difesa rilasciand­o una serie di interviste. Ha dichiarato alla radio Npr: «Prendo queste accuse di plagio molto seriamente. In molti casi le parole che ho usato sono così simili (alle fonti, ndr) che avrei dovuto citarle correttame­nte nelle note».

Abramson, però, cerca an- che di minimizzar­e: «Le obiezioni riguardano la ricostruzi­one di fatti già noti a tutti; non idee originali o analisi particolar­i. Ho scritto un libro di 500 pagine e questi sono solo alcuni problemi».

E’ un ragionamen­to scivoloso, consideran­do che il volume si occupa proprio della manipolazi­one dei fatti, delle verità, del rapido successo di siti spregiudic­ati, come Buzzfeed e lo stesso Vice. In ogni caso Simon & Schuster ha deciso di pubblicare un’altra edizione di «Mercanti di Verità» con le correzioni e le citazioni appropriat­e.

Abramson, 64 anni, newyorkese, è una delle figure più in vista del giornalism­o americano. Ha lavorato a lungo a Washington, con il Wall Street Journal, prima di arrivare, nel 1997, al New York Times. Ha scritto con Jane Mayer un libro sulle accuse di molestie sessuali rivolte al giudice della Corte Suprema, Clarence Thomas. Ha raccontato di avere quattro tatuaggi, compresa la lettera «T» del New York Times. Ora rischia di vedersene affibbiare un quinto: copiona.

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 ??  ?? 500 pagine «Mercanti di verità» di Jill Abramson è dedicato all’ascesa di siti di informazio­ne come Buzzfeed e Vice
500 pagine «Mercanti di verità» di Jill Abramson è dedicato all’ascesa di siti di informazio­ne come Buzzfeed e Vice

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