Corriere della Sera

Brexit, italiani (ed europei) esclusi dal voto

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE L. Ip.

LONDRA C’è un’altra conseguenz­a sgradita della Brexit: gli italiani residenti in Gran Bretagna perderanno il diritto di voto alle prossime elezioni europee. E questo non per una decisione del governo di Londra, ma perché la Gran Bretagna non farà più parte della Ue e dunque neppure chi vi risiede. «Se il 29 marzo il Regno Unito uscirà dall’unione — spiega Luigi Vignali, direttore generale alla Farnesina per gli italiani all’estero — diventerà un Paese terzo: e come avviene per esempio in Svizzera o in Norvegia, gli italiani residenti in un Paese extra Ue non possono votare per il Parlamento europeo». Certo, se ci sarà una proroga della Brexit, come appare possibile, il diritto di voto sarà garantito e il nostro consolato di Londra si sta attrezzand­o all’eventualit­à: ma se tutto viene confermato, gli italiani di Gran Bretagna saranno esclusi dal voto.

Non tutti però sono rassegnati. Il gruppo londinese di «+Europa» ha inviato un appello al Viminale chiedendo che sia rispettato quello che definiscon­o un «diritto acquisito»: perché se è vero che neanche i residenti in Svizzera votano, è anche vero che non lo hanno mai fatto,

Alle Europee

In Gran Bretagna gli italiani registrati sono circa 330 mila: non potranno votare

mentre chi è residente in Gran Bretagna ha potuto farlo fino a oggi.

E inoltre i numeri sono significat­ivi: in Gran Bretagna gli italiani registrati sono circa 330 mila, dunque escluderli dal voto significa tagliar via una fetta non irrilevant­e del corpo elettorale.

Ma non è questo l’unico cruccio. Ha trovato gli italiani «preoccupat­i», racconta il sottosegre­tario agli Esteri Ricardo Merlo, che ha incontrato ieri la comunità di connaziona­li a Londra: perché «sentono una grande incertezza» a causa della Brexit. Lo scenario che inquieta è quello del no deal, una uscita di Londra dalla Ue senza accordi: saranno garantiti i diritti degli europei? Da parte britannica c’è «buona volontà», spiega Merlo, ma tutto «dipenderà dalle dinamiche politiche interne a Londra»: dunque «ci prepariamo per qualsiasi situazione». Con l’idea sullo sfondo di un accordo bilaterale Roma-londra per garantire cittadini, dogane, trasporti e sicurezza: «Bisogna prepararsi ad atti straordina­ri».

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