RIFORME UE E GASDOTTO, PARIGI E BERLINO RESTANO DISTANTI
Doveva essere l’ennesima dimostrazione di unità e comunione d’intenti franco-tedesca. Davanti alla platea selezionata della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, che sta ai temi strategici come Davos sta all’economia, Emmanuel Macron e Angela Merkel avrebbero parlato del futuro esercito europeo, dei rapporti transatlantici nell’era Trump, delle sfide poste da Russia e Cina.non più. Il presidente francese ha cancellato a sorpresa la sua partecipazione all’appuntamento, lasciando con un palmo di naso la cancelliera e soprattutto confermando l’impressione che un venticello gelido soffia sui rapporti tra Parigi e Berlino. Nulla di rumoroso o frutto di iniziative sconclusionate come quelle dei governanti pentastellati italiani. Ma una nuova sbandata nei rapporti tra Francia e Germania, che neppure il rilancio in grande stile della loro collaborazione con il Trattato di Aquisgrana riesce a impedire.«e’ un segnale simbolico, un’altra indicazione di latente straniamento», dice Henrik Enderlein, direttore dell’istituto Jacques Delors a Berlino, considerato molto vicino a Macron. E’ un fatto che Parigi e Berlino rimangano distanti sulla riforma dell’eurozona e sulla tassa digitale europea contro i giganti del web, che Parigi considera indispensabile e Berlino invece blocca.l’altro punto di frizione è, o meglio era, il North Stream 2, il raddoppio del gasdotto che collega la Russia alla Germania passando sotto il Mare del Nord. Ieri a Bruxelles la Francia ha mediato un compromesso sulla nuova direttiva europea sugli approvvigionamenti di gas, che nella versione originaria avrebbe potuto mettere in discussione il completamento della struttura. Grazie all’intesa i lavori di costruzione potranno proseguire, con soddisfazione dei tedeschi. Lo scontro è stato sfiorato, la Francia aveva minacciato di votare a favore della proposta della Commissione, poi ha fatto da paciere. Ma il segnale a Berlino è pervenuto.
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