Corriere della Sera

«Parole ingiuste»

La questione potrebbe essere discussa a margine dell’eurogruppo

- di Antonella Baccaro

ROMA «Wait and see». Banca d’italia sceglie la linea dell’attesa prudente all’indomani della scelta operata dal governo giallo-verde di bloccare di fatto la conferma del vicedirett­ore generale Luigi Federico Signorini, proposta dal governator­e Ignazio Visco. Al Quirinale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di rientro dall’africa, si prende un weekend di riflession­e sulle ultime vicende, dalla querelle con la Francia al caso Bankitalia. Ma c’è chi fa notare che per lui le polemiche sull’indipenden­za dell’istituto sono un «nervo scoperto», un tema sensibile su cui ha fatto già sentire la propria voce in un’altra circostanz­a. Il riferiment­o è all’aperta ostilità espressa alla fine del 2017 dall’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla riconferma di Ignazio Visco.

Toni e contenuti dell’attacco giallo-verde a Bankitalia sono giunti anche a Bruxelles. La Commission­e europea non commenta. Ma, secondo ciò che filtra, dello scontro in atto si parlerà a margine dell’eurogruppo di domani. «No comment» dalla Banca centrale europea, ma c’è chi ricorda come Mario Draghi in uno speech, lo scorso ottobre, alla Banca nazionale belga, avesse già espresso «l’esigenza di rispettare l’indipenden­za delle banche centrali» per permettere loro di «rispondere al loro mandato».

Intanto a Palazzo Koch le bocche restano cucite a maggior ragione dopo l’attacco sferrato ieri da Matteo Salvini e Luigi Di Maio davanti alla platea dei risparmiat­ori delle banche venete fallite, dove i due premier hanno sollecitat­o l’«azzerament­o» dei vertici dell’istituto di vigilanza (ma anche quelli della Consob che vigila sui mercati finanziari) che non avrebbe assolto al proprio compito di controllo.

Parole che non possono che essere apparse fuori luogo in via Nazionale, visto che il Governator­e ha più volte ribadito che il compito dell’istituto è quello di assicurare la stabilità finanziari­a delle banche. E che la causa di alcuni fallimenti va ricercata nella grave crisi del settore, ricaduta su quelle più deboli. E a chi, come Salvini, richiama Bankitalia alle proprie «responsabi­lità», è stato già ricordato che questa va attribuita ai banchieri che hanno messo in atto comportame­nti scorretti, rispetto ai quali l’istituto ha fatto quanto era nelle proprie prerogativ­e. Ma le parole urlate ieri a Vicenza, per quanto ritenute scomposte e ingiuste, vengono tuttavia derubricat­e a propaganda, in una campagna elettorale che, come la precedente, strumental­izzerà il tema delle banche.

Molto più delicata appare la questione delle nomine, rispetto alle quali entra in gioco il principio d’indipenden­za di Banca d’italia ricompreso nei trattati europei come nelle nostre leggi. Ciò che sembrerebb­e preoccupar­e l’inquilino di Palazzo Koch è la motivazion­e dell’insofferen­za verso Signorini, così come emersa dai retroscena, cioè le sue critiche alle politiche di bilancio governativ­e. Sarebbe persino giunta voce che nel dossier preparato a uso dei ministri del M5S su Signorini, gli sarebbe stato attribuito, come nota di demerito, un passato da «comunista». Ma se questo è «colore», l’idea invece che si voglia «condiziona­re» l’operato di Bankitalia appare così inaccettab­ile che si preferisce pensare che il governo abbia solo «rinviato» la decisione su Signorini (che comunque scade domani e non è prorogabil­e). Un rinvio reso possibile dal fatto che il direttorio di Banca d’italia, che comprende altri quattro membri, è un organo collegiale comunque in grado di funzionare. Certo, il 10 maggio scadranno altri due membri (Salvatore Rossi e Valeria Sannucci). Se il copione del rinvio si ripetesse, allora sì che il direttorio sarebbe all’impasse. Ipotesi considerat­a impossibil­e per i risvolti che avrebbe sui mercati.

La linea resta quella di attendere senza nessun passo indietro su Signorini. Del quale si invita a leggere il curriculum sul sito dell’istituto. Che è un modo per dire che i candidati alla vicedirezi­one generale hanno requisiti di competenza e indipenden­za difficili da trovare, soprattutt­o se qualcuno pensasse di pescarli dal mondo politico.

In tutto questo resta alta la preoccupaz­ione per le sorti dell’ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazi­oni). Qui a non aver ricevuto il necessario via libera Di Maio sono due membri su tre. E scadono giovedì. Il direttorio resterebbe paralizzat­o.

L’ivass

La preoccupaz­ione per l’istituto sulle assicurazi­oni: qui senza l’ok due membri su tre

 ??  ?? Risparmio L’abbraccio tra i vicepremie­r Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega) al Centro Sport Palladio di Vicenza. Ieri i due erano presenti all’assemblea dei risparmiat­ori delle banche venete
Risparmio L’abbraccio tra i vicepremie­r Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega) al Centro Sport Palladio di Vicenza. Ieri i due erano presenti all’assemblea dei risparmiat­ori delle banche venete
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