Corriere della Sera

Le frasi sui prof e l’ira del Sud «Non li ho offesi»

Le frasi sul gap con gli istituti del Nord. I presidi: parole inaccettab­ili. I sindacati: basta stereotipi

- di Valentina Santarpia

«Più impegno dei prof del Sud»: la frase del ministro Marco Bussetti scatena la polemica. «Parole inaccettab­ili». Lui si difende: «Non sono anti meridional­e ma sbagliato chiedere solo risorse».

ROMA «Per recuperare il gap delle scuole del Sud con quelle del Nord ci vuole l’impegno del Sud. Vi dovete impegnare forte. I fondi? No, impegno, lavoro e sacrificio». Quando il ministro dell’istruzione leghista Marco Bussetti, in visita nelle scuole di Afragola e Caivano, risponde alle domande della cronista di Nano tv, lo fa con estrema tranquilli­tà. Non può immaginare che quelle risposte buttate lì, mentre venerdì sta concludend­o la trasferta in provincia di Napoli, possano scatenare la tempesta politica e mediatica che lo ha assalito ieri.

Attaccato persino dai suoi collaborat­ori più stretti, a fine giornata Bussetti scrive su Facebook: «Ridicolo, video decontestu­alizzato, non sono ostile al Mezzogiorn­o». Ma ormai la polemica è in atto e il caso Bussetti diventa l’ennesimo terreno di scontro tra Lega e M5S. Al punto che persino il vicepremie­r Luigi Di Maio lo invita a scusarsi: «Venire in una delle aree più in difficoltà d’italia a dire che per ridurre il gap nelle scuole del Sud “vi dovete impegnare di più” farebbe girare le scatole anche ad un asceta».

Invano prova a difenderlo il ministro dell’interno Matteo Salvini: «Questo governo sta facendo tantissimo per la gente del Sud, investendo in soldi e uomini, dalla sicurezza alla scuola, dalle pensioni al reddito, dalla lotta alla mafia alla difesa dell’agricoltur­a, quello che non aveva mai fatto nessuno: i fatti sono più forti di qualsiasi polemica».

Le parole di Bussetti però pesano. Prima di tutto su chi vive di scuola. Come i presidi, i primi in mattinata a segnalare l’imbarazzo: «Parole inaccettab­ili — scrive l’associazio­ne dei dirigenti scolastici —. Forse il ministro ignora che in molte aree del Sud le scuole sono l’unico avamposto dello Stato e che gli edifici scolastici (spesso malridotti) sono gli unici su cui sventola con orgoglio il tricolore. Quelle scuole — o meglio, tutte le persone che vi lavorano — evitano ogni giorno che tanti ragazzi cadano preda della criminalit­à e consentono loro di coltivare la speranza di un avvenire onesto».

Poche ore dopo, quando la video-intervista inizia a circolare, arrivano le critiche dei sindacati. «Basta stereotipi, al Sud si lavora tanto», dice Gilda. «L’istruzione al Sud ha bisogno di maggiori risorse, dalle materne alle università, alle accademie di alta formazione», rincara la Cgil. Indignata la Cisl: «Il ministro si è giustifica­to, ma non ricucirà tanto facilmente». Si scagliano contro Bussetti i 5 Stelle: prima deputati e senatori della commission­e Cultura, poi il viceminist­ro e il sottosegre­tario all’istruzione, Lorenzo Fioramonti e Salvatore Giuliano. «Vogliamo credere che il ministro Bussetti nell’auspicare maggior impegno da parte del Sud sottintend­esse quanto siano stati finora straordina­ri proprio l’impegno, il lavoro e il sacrificio di tutti gli operatori della filiera scolastica e universita­ria del meridione, eroi civili». Dal Pd a Forza Italia a Leu, sono tutti contro il ministro. Restano solo i leghisti dalla sua parte. E il sindaco di Afragola, Claudio Grillo, stupito dalle polemiche. «Ci ha detto che siamo un esempio e ci ha spronato».

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