Corriere della Sera

Sette migranti accolti da Parigi E Salvini smussa il caso con l’eliseo

La «disponibil­ità» a vedere il collega Castaner: tra i nostri popoli nessun problema

- Dino Martirano

ROMA Dopo una settimana nera per i rapporti tra Francia e Italia, il vicepremie­r Matteo Salvini dice di essersi svegliato bene: «Sai quanto me ne frega di litigare con Macron? Zero. Non mi alzo la mattina dicendo con chi litigo oggi ma con l’idea di dedicare tempo al mio lavoro non a Macron, non agli avvocati e non alle inchieste...». E così — nella giornata in cui si dedica, a Vicenza, ai risparmiat­ori truffati dalle banche e alla Fiera delle armi dove si fa fotografar­e con un fucile in mano — il ministro dell’interno della Lega cerca di imporre un profilo non conflittua­le. Al netto della «bomba» lanciata insieme a Luigi Di Maio contro la Banca d’italia e la Consob («I vertici vanno azzerati»), su altri snodi si sforza comunque di tendere la mano.

E dunque Salvini fa la pace con l’omologo francese Christophe Castaner, che venerdì mattina avrebbe voluto «convocare» al Viminale, insistendo ora con una più cortese «disponibil­ità all’incontro» perché «tra il popolo francese e quello italiano non c’è alcun problema». E se Parigi rettifica un diniego circolato due giorni fa e conferma che accoglierà 7 migranti sbarcati dalla Sea Watch, il ministro coglie la palla al balzo per ricucire: «Ottimo, con il dialogo si risolvono i problemi, pronto a lavorare con il collega francese per combattere scafisti e terroristi». In realtà Salvini ha un gran bisogno di incontrare Castaner per provare ad avviare, con l’aiuto della Francia, il rimpatrio di qualche migliaio di immigrati in Senegal, paese con cui l’italia ha solo un memorandum d’intesa.

Sui gilet gialli sponsorizz­ati da Luigi Di Maio — proprio nel giorno in cui un gruppo che voleva entrare in Italia è stato fermato al confine — vive l’ennesimo sabato di scontri

 Con il dialogo si risolvono i problemi, pronto a lavorare col collega francese Matteo Salvini

Salvini se la cava con una mezza contorsion­e: «Se Di Maio lo ha fatto vuol dire che riteneva giusto farlo. Sono favorevole alle manifestaz­ioni a patto però che siano pacifiche e sono contro chi picchia i poliziotti e distrugge le auto».

Il vicepremie­r, che nel Nord Est non può permetters­i passi falsi, si fa poi contagiare dall’entusiasmo quando, a Vicenza, parla delle infrastrut­ture. A partire dalla Torino-lione che i francesi vogliono e che Di Maio intende cancellare: «Il mio obiettivo è sbloccare tutti i cantieri che sono fermi. Secondo me la Tav serve, come serve il Tap, la Brescia-vicenza, il metano in Sardegna, il raddoppio del Brennero, nuove infrastrut­ture in Sicilia e in Calabria». Sulla manifestaz­ione unitaria del sindacato che ha invaso Roma dice di essere «curioso di capire perché la Cgil che rimase muta quando fu approvata una legge infame come la Fornero vada in piazza nella prima settimana in cui la legge viene smontata».

Domani Salvini si dedica al Venezuela ricevendo alcuni parlamenta­ri anti-maduro. Non potendoli accogliere a Palazzo Chigi, perché il premier Conte ha altri impegni, li ha dirottati sul Viminale.

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Vicenza Salvini alla Fiera delle armi

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