Corriere della Sera

«Sul reddito la politica delega tutto alle toghe»

- di Giovanni Bianconi

L’alibi della politica sui futuri «furbetti» del reddito di cittadinan­za è già confeziona­to, svela Raffele Cantone, presidente dell’autorità anticorruz­ione: «Hanno stabilito una pena fino a 6 anni di carcere, e così pensano di aver risolto il problema, delegando tutto ai magistrati che dovranno trovare i colpevoli e condannarl­i. Ma accadrà per una piccolissi­ma parte, com’è fisiologic­o, e la responsabi­lità verrà scaricata sui giudici. Senza pensare a introdurre meccanismi preventivi per evitare che al reddito di cittadinan­za acceda chi non ne ha titolo, com’era possibile fare attraverso meccanismi di controllo». Ma delegare tutto ai magistrati non può essere la soluzione, spiega Cantone: «È soltanto un metodo comodo per la politica di affrontare problemi complessi». La denuncia del presidente dell’anac arriva in uno dei confronti organizzat­i dall’associazio­ne nazionale magistrati per i suoi 110 anni di vita. Per Cantone è una sorta di ritorno a casa (dopo alcune polemiche che nel 2015 lo portarono sull’orlo delle dimissioni dall’anm), che gli consente di ribadire la volontà di tornare a fare il magistrato di ruolo «con un po’ di anticipo» rispetto alla scadenza dell’incarico attuale (aprile 2020); ma è anche l’occasione di rivendicar­e qualche successo nel contrasto alla corruzione durante la sua attività all’anac: «Nelle classifich­e di Transparen­cy internatio­nal l’italia è risalita di 16 posizioni nella percezione della trasparenz­a. Siamo ancora troppo indietro, al 54° posto, ma pochi anni fa eravamo al 70°, quindi qualcosa è cambiato. E a prescinder­e dal mio destino, mi auguro che si prosegua sulla strada della prevenzion­e». Anche perché la repression­e da sola non può bastare, come aveva ribadito il giorno prima il presidente dell’anm Francesco Minisci, parlando davanti al ministro M5S della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Non lasciateci soli a contrastar­e le mafie, la corruzione, il malcostume nella pubblica amministra­zione e la crisi economica che spesso si rovescia nei palazzi di giustizia». Un elenco di «deleghe» dei politici alle toghe, al quale ora Cantone aggiunge i futuri imbrogli sul reddito di cittadinan­za.

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