«Sul reddito la politica delega tutto alle toghe»
L’alibi della politica sui futuri «furbetti» del reddito di cittadinanza è già confezionato, svela Raffele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione: «Hanno stabilito una pena fino a 6 anni di carcere, e così pensano di aver risolto il problema, delegando tutto ai magistrati che dovranno trovare i colpevoli e condannarli. Ma accadrà per una piccolissima parte, com’è fisiologico, e la responsabilità verrà scaricata sui giudici. Senza pensare a introdurre meccanismi preventivi per evitare che al reddito di cittadinanza acceda chi non ne ha titolo, com’era possibile fare attraverso meccanismi di controllo». Ma delegare tutto ai magistrati non può essere la soluzione, spiega Cantone: «È soltanto un metodo comodo per la politica di affrontare problemi complessi». La denuncia del presidente dell’anac arriva in uno dei confronti organizzati dall’associazione nazionale magistrati per i suoi 110 anni di vita. Per Cantone è una sorta di ritorno a casa (dopo alcune polemiche che nel 2015 lo portarono sull’orlo delle dimissioni dall’anm), che gli consente di ribadire la volontà di tornare a fare il magistrato di ruolo «con un po’ di anticipo» rispetto alla scadenza dell’incarico attuale (aprile 2020); ma è anche l’occasione di rivendicare qualche successo nel contrasto alla corruzione durante la sua attività all’anac: «Nelle classifiche di Transparency international l’italia è risalita di 16 posizioni nella percezione della trasparenza. Siamo ancora troppo indietro, al 54° posto, ma pochi anni fa eravamo al 70°, quindi qualcosa è cambiato. E a prescindere dal mio destino, mi auguro che si prosegua sulla strada della prevenzione». Anche perché la repressione da sola non può bastare, come aveva ribadito il giorno prima il presidente dell’anm Francesco Minisci, parlando davanti al ministro M5S della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Non lasciateci soli a contrastare le mafie, la corruzione, il malcostume nella pubblica amministrazione e la crisi economica che spesso si rovescia nei palazzi di giustizia». Un elenco di «deleghe» dei politici alle toghe, al quale ora Cantone aggiunge i futuri imbrogli sul reddito di cittadinanza.