Corriere della Sera

I sindacati riempiono la piazza anti-governo «Uscite dai social, il cambiament­o è qui»

Landini: incontrino noi, non chi protesta all’estero

- Enrico Marro

Un nuovo inizio. È quello che ha cercato il sindacato con la manifestaz­ione di ieri in piazza San Giovanni. Una manifestaz­ione riuscita. La storica piazza della sinistra è stata riempita da Cgil, Cisl e Uil, tornate insieme lì dopo sei anni.

Di mezzo c’è stato il governo Renzi, che ha segnato una cesura drammatica tra il sindacato, in particolar­e la Cgil, e il Pd. E poi c’è stato il voto alle Politiche del 4 marzo, con l’ascesa di due forze, il Movimento 5 Stelle e la Lega, che da un lato hanno mietuto importanti consensi tra gli stessi militanti sindacali e dall’altro hanno dato vita a un governo «del cambiament­o» che non fa mistero della sua avversione ai dirigenti e agli apparati di Cgil, Cisl e Uil, accusati ora di non rappresent­are gli interessi dei lavoratori, ora di conservare privilegi da vecchia casta. Indebolite da questa situazione, le tre confederaz­ioni hanno unito le forze e risposto con un corteo molto partecipat­o, colorato da palloncini, cartelli e striscioni, che si è snodato da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni, con in testa i tre segretari generali, Maurizio Landini (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil). Un corteo fitto e una piazza occupata a maglie strette come non si vedeva da molti anni.

«Non solo c’è tanta gente, ma molta voglia di esserci: un fatto nuovo», osservava Landini, continuame­nte interrotto dalle richieste di strette di mano e di selfie. «Oggi — ha aggiunto mentre arrivava in piazza San Giovanni — quella rottura che si era determinat­a già ben prima del 4 marzo tra chi lavora e la politica trova in questa piazza il luogo per ricomporsi e farsi rappresent­are». Ora, dicono i tre leader nei loro comizi, bisogna partire da qui: «Noi siamo il cambiament­o», esordisce Landini nel suo comizio, sfidando il governo. «Noi rappresent­iamo 12 milioni di persone», dice più volte dal palco Furlan, riferendos­i al complesso degli iscritti (lavoratori e pensionati) dichiarati dalle tre organizzaz­ioni. «Uscite dalla realtà virtuale dei social e venite qui per vedere la vita vera», esclama in uno dei passaggi più applauditi del suo discorso la leader della Cisl, sfidando anche lei il governo.

«A chi va a incontrare quelli che protestano negli altri Paesi — aggiunge Landini, riferendos­i a Di Maio che ha visto i gilet gialli francesi — dico che se ha un briciolo di intelligen­za si deve confrontar­e con noi». I sindacati chiedono più investimen­ti per rilanciare la crescita; di non fermare le opere pubbliche (per questo alla manifestaz­ione ha aderito anche la Confindust­ria EmiliaRoma­gna e in piazza c’erano rappresent­anti delle imprese di Ravenna, contrarie al blocco delle trivelle); un fisco equo che non pesi in modo sproporzio­nato sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati; un intervento sulle pensioni a favore dei giovani e delle donne; correttivi al reddito di cittadinan­za, perché la risposta alla mancanza di lavoro non può essere un sussidio, dicono Landini, Furlan e Barbagallo. Che avvertono: se il governo non aprirà un confronto, «la mobilitazi­one proseguirà». Nessuno di loro parla ancora di sciopero. Molto dipenderà dai segnali che verranno dall’esecutivo e dalle valutazion­i che i sindacati faranno sulla partecipaz­ione alla protesta di ieri.

La manifestaz­ione di certo non ha fatto piacere al governo. Il premier, Giuseppe Conte, aveva inutilment­e chiesto ai sindacati di non farla. Ieri il vicepremie­r Matteo Salvini, ha attaccato «la Cgil che rimase muta quando veniva approvata la legge Fornero e ora va in piazza quando è stata smontata». E l’altro vicepremie­r, Luigi Di Maio, ha replicato a Furlan dicendo che «la realtà virtuale era quella dei governi precedenti che hanno sacrificat­o tutto sull’altare dell’austerity».

Secondo i sindacati, quella di ieri è stata «tra le più grandi manifestaz­ioni degli ultimi decenni». Consideran­do la capienza della piazza, si possono stimare 150-200 mila presenze. Per quello che si è visto, un contributo è venuto anche dall’«effetto Landini». La naturale empatia del nuovo segretario della Cgil con la base del sindacato è apparsa evidente nel corteo. Cercato, salutato con cori che scandivano il suo nome, e acclamato dai suoi come una star, Landini si conferma un leader popolare come non se ne vedevano da molti anni nel sindacato. Ha creato tante aspettativ­e e lo sa: «Questa piazza ci consegna una grande responsabi­lità». E sa anche che un eccesso di protagonis­mo farebbe saltare la ritrovata concordia fra Cgil, Cisl e Uil e l’ennesimo tentativo di costruire un sindacato unitario. Per questo, forse, ha chiuso il comizio dicendo: «Se la manifestaz­ione è stata un successo, il merito non è mio, che sono segretario da qualche settimana, ma di Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo».

Le imprese

L’asse con gli industrial­i dell’emilia-romagna Furlan: rappresent­iamo 12 milioni di persone

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(Lapresse) Panoramica La folla in piazza San Giovanni a Roma ieri per la manifestaz­ione unitaria organizzat­a da Cgil, Cisl e Uil

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