Maschere razziste e molestie Il cortocircuito dem in Virginia
Governatore (bianco) e vice (nero) nella bufera: il partito rischia il tracollo
WASHINGTON La Virginia è ormai una trappola pericolosa per l’intero partito democratico. Nel 2017 i progressisti si sono confermati alla guida dello Stato che nelle presidenziali aveva già votato prima per Barack Obama e poi per Hillary Clinton. Adesso rischiano di perdere tutto.
Il governatore Ralph Northam ha ammesso di essersi mascherato da «Black Face», la caricatura dell’afroamericano con i labbroni, la paglietta, i pantaloni a scacchi e il lucido da scarpe spalmato sul viso. La foto, scattata nel 1984 durante la festa di laurea, compare nell’annuario della Eastern Virginia Medical School. Anche il procuratore generale Mark Herring ha ammesso di aver fatto la stessa cosa in un party studentesco. Infine il vice governatore, l’afroamericano Justin Fairfax, 39 anni, è accusato di aver aggredito sessualmente due donne. Nei giorni scorsi Vanessa Tyson, docente di politica ed esperta di storia della comunità nera allo Scripps College in California, ha raccontato di aver conosciuto Fairfax alla Convention del partito democratico, a Boston nel 2004. Dopo un iniziale corteggiamento Justin avrebbe costretto Vanessa a un atto di sesso orale.
Il vice governatore ha negato con decisione. Ma venerdì 8 febbraio, un’altra donna, Meredith Watson è uscita allo scoperto, affermando di essere stata stuprata da Fairfax nel 2000, quando i due frequentavano la Duke University, in North Carolina. Tutti e tre gli uomini politici sono stati investiti da una poderosa polemica e da richieste corali di dimissioni. Il caso è nazionale. Sono intervenuti l’ex vice presidente Joe Biden e praticamente tutti i candidati presidenziali del partito, da Kamala Harris a Cory Booker.
Il vertice istituzionale della Virginia verrebbe clamorosamente decapitato. Ma il governatore Northam, il procuratore Herring, il secondo nella linea di successione al potere, e il vice governatore Fairfax hanno annunciato che resteranno al loro posto. Il partito democratico è in corto circuito. Il nuovo corso politico della Virginia è sostenuto soprattutto dai voti dei neri e delle donne bianche. In un colpo solo il tridente Northam-herring-fairfax ha suscitato le ire degli afroamericani e del movimento Me too.
La Virginia è parte fondante dell’identità americana: tra i primi cinque presidenti, solo il bostoniano Adam Smith non era un virginiano come gli altri: George Washington, Thomas Jefferson, James Madison, James Monroe. Ma Richmond è stata anche la capitale degli Stati Confederati, durante la guerra di Secessione. E la discriminazione razziale è ancora un nervo iper sensibile, con ripercussioni su tutto il Paese. Ecco perché la leadership del partito democratico non può permettersi di minimizzare. I giuristi, scrive il New York Times, stanno cercando una soluzione. Il governatore Northam potrebbe forzare il vice Fairfax a lasciare, nominando al suo posto la senatrice statale Jennifer Mcclellan. A quel punto anche lo stesso Northam e Herring potrebbero e dovrebbero andarsene.