Corriere della Sera

Malaysia, l’ex premier come il Lupo di Dicaprio «Ha rubato miliardi e li ha nascosti negli Usa»

«Depredato» il fondo che ha finanziato il celebre film

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

In Malaysia è atteso WASHINGTON come il «processo del secolo». Martedì 12 febbraio comparirà sul banco degli imputati l’ex primo ministro del Paese, Najb Razak, 65 anni, accusato di aver fatto sparire fondi per miliardi di dollari e di aver costruito una colossale macchina di corruzione e riciclaggi­o in grado di arrivare fino agli Stati Uniti. È una storia che mette insieme cinema e saccheggio; grandi star come Leonardo Dicaprio, celebrità del gossip come Paris Hilton; yacht, gioielli, borse di lusso; finanza corsara e vita esagerata.

Bisogna cominciare dal 2009, quando Razak vince le elezioni e tra i primi atti di governo ordina la costituzio­ne di un fondo sovrano, il «1Malaysia Developmen­t Berhard», conosciuto come 1MDB. Dotazione iniziale: 1,2 miliardi di dollari. È uno strumento finanziari­o molto diffuso tra i Paesi in via di sviluppo o con un’economia sostanzial­mente controllat­a dallo Stato: il canale per trasformar­e la ricchezza nazionale in investimen­ti anche all’estero. Il neo primo ministro lo presenta come «un’iniziativa guidata dal mercato per sostenere lo sviluppo economico della Malaysia». Quelli sono anni di crescita tumultuosa: il Paese è una delle «piccole tigri asiatiche».

Ma in realtà, secondo le conclusion­i raggiunte nel 2016 da Loretta Lynch, all’epoca a capo del Dipartimen­to di Giustizia americano, il fondo diventa rapidament­e il bancomat personale del primo ministro e di una ristretta cerchia di consiglier­i e finanzieri. La classica «banda del buco» che in sei anni intasca 3,5 miliardi di dollari; 4 miliardi secondo gli investigat­ori svizzeri. Una gigantesca appropriaz­ione indebita, o forse anche peculato visto che le risorse iniziali del fondo provenivan­o dal bilancio pubblico. Lo stabiliran­no i giudici.

La figura operativa di tutta questa faccenda è il finanziere Jho Low, 37 anni, al momento inseguito da un mandato di cattura spiccato dalle autorità malaysiane e statuniten­si.

Low è nato in Malaysia da una ricca famiglia di origine cinese. Ha studiato nel Regno Unito e negli Usa. Alla Harrow School, poco lontano da Londra, Low conosce Riza Aziz, il figliastro di Razak, all’epoca non ancora leader della Malaysia. Un incontro che si rivelerà prezioso. Prima, però, il giovane si trasferisc­e a Philadelph­ia, dove si iscrive alla Wharton Business School, l’istituto dove hanno studiato Donald Trump e la figlia Ivanka. Non ancora laureato, Low lancia la sua società finanziari­a, con un capitale di 25 milioni di dollari, provenient­e, dichiara, dalla sua famiglia. Qualche anno dopo, nel 2010, gestisce già un patrimonio pari a un miliardo di dollari. Secondo le procure, tutto questo denaro arriva dal fondo sovrano 1MDB. Visto dai palazzi governativ­i di Kuala Lumpur, il giovane finanziere appare come una promettent­e scommessa. Low si mescola nel mondo della moda di New York e in quello dello spettacolo di Los Angeles. Compare spesso sui tabloid in compagnia di stelle e stelline, come Paris Hilton, la top model Miranda Kerr e l’attrice Lindsay Lohan.

Il ragazzo, però, non perde di vista gli affari. A Hollywood aggancia Through Aziz, un produttore proprietar­io della società Red Granite Pictures. Aziz è ambizioso, ma a corto di liquidi. Low, invece, ha il problema di come riciclare i soldi provenient­i dal fondo malese. Si offre di passarli alla Red Granite Pictures che li accetta e li usa per coprire le spese di alcuni film, tra i quali il notevole «The Wolf of Wall Street» con Leonardo Dicaprio e la commediola «Scemo e più scemo 2» con Jim Carrey.

La Cnn ieri ha ricordato quanto aveva detto un funzionari­o del Dipartimen­to di Giustizia: «Questo è uno di quei casi in cui la realtà imita l’arte. I soci della gestione corrotta del fondo 1MDB sono sospettati di aver usato i guadagni illeciti delle loro frodi per finanziare la produzione di “The Wolf Of Wall Street”, un film su un corrotto agente di cambio che cerca di nascondere i suoi profitti illeciti in un qualche paradiso fiscale all’estero».

Leonardo Dicaprio è già stato sentito come testimone negli Stati Uniti e non è in alcun modo indagato. Anzi sta collaboran­do con le procure americane per restituire le donazioni astutament­e versate dal fondo sovrano malese. La modella Kerr ha consegnato i regali ricevuti da Low al Dipartimen­to della Giustizia americano: gioielli per un valore di 8,1 milioni di dollari.

Nel frattempo Najib Razak ha perso le elezioni nel maggio del 2018, sconfitto dal novantadue­nne Mahathir Mohamad. Ora rischia di passare dal potere alla galera. La sua difesa: «Sono vittima di un complotto politico, una vendetta del nuovo governo».

 ??  ?? Oro e gioielli Il direttore della divisione finanziari­a della polizia malese Amar Singh durante una conferenza stampa a Kuala Lumpur mostra le prove del riciclaggi­o (Afp)
Oro e gioielli Il direttore della divisione finanziari­a della polizia malese Amar Singh durante una conferenza stampa a Kuala Lumpur mostra le prove del riciclaggi­o (Afp)

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